Mentre il PD umbro si interroga sulla definizione di “monnezza”, gli
umbri che abitano in zona discariche e inceneritori e cementifici, forse a
causa di miasmi tossici e percolati vari, almeno su questo punto, non hanno
dubbi.
Ora sarebbe molto utile che il partito di governo regionale, una volta
chiarita bene la definizione di monnezza, intraprendesse con decisione la
strada della raccolta differenziata col metodo porta a porta, come annunciato
all’ultima conferenza stampa, per raggiungere una raccolta differenziata “non
inferiore al 72,3% per l’anno 2018”. Ammesso che questo avvenga in tempi rapidi,
sarebbe interessante sapere fin da oggi come la giunta intenderà gestire sia il
materiale raccolto in modo differenziato (carta, organico, vetro, plastica,
metallo) che quello indifferenziato.
Infatti, quello che ci preoccupa non poco sono le frasi mezze dette dall'assessore competente, tra una risatina sorniona e una spalluccia
impertinente fatta al giornalista di turno. Pare infatti che invece di
massimizzare il recupero di materia, come peraltro indicato chiaramente dalle
arcinote direttive europee, ci sarebbero in ballo quantitativi di rifiuti da
incenerire probabilmente a Terni ACEA o in Toscana (non si capisce se
differenziati, scarti della differenziata, indifferenziati tal quali o
trasformati in CSS), quantitativi cioè che finirebbero in parte nei polmoni di
cittadini sotto forma di veleni, e in parte in discarica sotto forma di ceneri
(sperabilmente classificati come rifiuti speciali)
Come CRURZ abbiamo chiesto un incontro con la presidente Marini proprio
per conoscere questi dettagli ma la presidente si è negata e ci ha invitato a
parlare di rifiuti con l’assessore Fernanda Cecchini. Quest’ultima non ha
ancora ufficialmente risposto alla nostra richiesta, ma incontratala “per caso”
al convegno rifiuti del 5 febbraio scorso ci ha detto che ci riceverà solo dopo
aver smaltito le oltre 250 richieste precedenti alla nostra… e intanto le
discariche si riempiono…
Coordinamento Regionale Umbria Rifiuti Zero
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