mercoledì 5 ottobre 2011

Nota sugli impianti a biomassa di Madonna di Lugo

Si fa presente che le associazioni Comitato Rifiuti Zero No Inceneritori, Legambiente e Italia Nostra hanno redatto un nota in merito alla costruzione degli impianti a biomassa di Madonna di Lugo. La nota è stata inviata alla fantomatica commissione per ribadire il no agli  impianti. Di seguito gli argomenti trattati:

Aspetti procedurali
Mancata partecipazione
Le Linee guida nazionali in materia di Energie Rinnovabili prevedono il coinvolgimento dei cittadini in un processo di comunicazione e informazione preliminare all'autorizzazione di costruzione di un nuovo impianto. Il Consiglio Comunale di Spoleto ha aderito al processo di Agenda 21 locale ed alla Convenzione di Aarhus ed è consapevole che non si possono prendere decisioni senza coinvolgere i cittadini, soprattutto per quando riguarda la salute, l’ambiente in cui vivono, la qualità della vita. Un coinvolgimento della collettività, la partecipazione del popolo alle decisioni del proprio territorio è un principio imprescindibile e un diritto che ci viene dalla Costituzione e dal voto.
In occasione della realizzazione degli impianti di cogenerazione in località Madonna di Lugo il Comune di Spoleto ha omesso di avviare un processo di partecipazione quale componente essenziale di ogni trasformazione territoriale a maggiore trasparenza delle scelte e delle procedure.
Incentivi GSE
Per la realizzazione degli impianti a biomasse vegetali sono state avviate 3 procedure di D.I.A. a cura di 3 società: Pietro Coricelli S.p.A., il Barbarossa Green Power S.r.l. e Le Prata Green Power S.r.l., tutte con sede legale in località Madonna di Lugo 44, i cui legali rappresentati sono rispettivamente: Coricelli Giuseppe Antonio, Coricelli Pietro, Coricelli Lorenzo. Al di là dei tre legali rappresentanti, fra di loro parenti, sembra lecito chiedersi se le tre società siano riconducibili ad una stessa proprietà, la ditta Pietro Coricelli S.p.A.
Dalla documentazione presentata in Comune si osserva infatti, che sull’area esterna della raffineria di proprietà della Pietro Coricelli S.p.A. sono state create nuove particelle catastali, ricalcanti l'ingombro dei motori e delle altre attrezzature a corredo, concesse con un contratto di uso gratuito alle altre due società.
L'aver suddiviso amministrativamente l'impianto in tre di potenza elettrica inferiore a 1 MW, oltre che permette di usufruire di un iter autorizzativo più snello, permette di accedere alla Tariffa Onnicomprensiva (TO), ben più redditizia rispetto ai Certificati Verdi (CV). Da una stima effettuata sulla base degli scarsi e contraddittori dati presenti nella Relazione Tecnica si deduce un incentivo annuo pari a circa 6.500.000,00 € in regime di TO e circa 3.500.000,00 € con i CV, non essendoci né accordi di filiera né filiera corta.
Aspetti tecnici
Le informazioni fornite dalle 3 ditte nella Relazione Tecnica risultano incomplete e non esaustive al fine di poter giungere ad una valutazione dettagliata del progetto.
In merito alle opere ingegneristiche e ai relativi calcoli risultano solo accenni o addirittura dichiarazioni di intenti, ma mancano i valori e i processi che rendono oggettive, fondate e verificabili le valutazioni presenti.
Sicurezza impianto
Manca qualsiasi relazione e/o elaborato tecnico che permetta di valutare le scelte e i provvedimenti relativi alla sicurezza dell’impianto. Questo impianto è soggetto a Certificato Prevenzione Incendi e risulta classificato quindi dalla Norma CEI 64/8 a Maggior Rischio in Caso di Incendio. Risulta che vi sia stato un primo esame preliminare formale da parte dei Vigili del Fuoco che, a seguito di sopralluoghi e valutazioni da effettuarsi, dovranno decidere se emettere un nuovo Certificato Prevenzione Incendi.
Nella Relazione si fa un generico riferimento ad alcune valutazioni rispetto alla parte elettrica dell’impianto senza fornire nessuno schema e nessuna relazione specifica da cui si possano valutare i dispositivi di sicurezza adottati e secondo quali parametri. In riferimento alle protezioni generali dell’impianto elettrico e ai sistemi di connessione alla rete elettrica pubblica si riscontrano diversi riferimenti all’inserzione “di tutte le protezioni richieste dalla normativa DK 5600”. Attualmente la DK5600 è stata abrogata e sostituita con la Norma CEI 0-16 con la  Delibera ARG/elt 33/08 dell’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas il 18 MARZO 2008, pubblicata in data 20 marzo 2008 sulla GU n. 100, SO n. 107 del 29 aprile 2008. Questo significa che questo progetto è basato su criteri di conformità di sicurezza obsoleti e non rispondenti alla normativa vigente alla data di emissione. Non applicare le nuove norme, nella loro interezza e seguendo il loro progresso, può essere causa di un notevole aumento della fonte di rischio non solo per i lavoratori, ma anche per l’ambiente e per la popolazione.
Autonomia delle opere
 Nel rilasciare l’autorizzazione il Comune ha richiesto che “durante la realizzazione e l’esercizio dell’impianto dovrà essere garantita la completa e totale autonomia impiantistica e funzionale, ovvero l’autonomia di tutte le opere, sistemi e componenti comuni finalizzati all’esercizio combinato e/o integrato degli stessi”.
Da quanto riportato nella Relazione Tecnica delle aziende non è chiaro se tale condizione sia stata soddisfatta. Da quel documento non è infatti possibile desumerecon certezza se il serbatoio dell’urea, necessario per l’impianto di abbattimento degli NOx, sia unico oppure se sia presente un serbatoio dedicato per ciascun motore.
Alcuni dubbi emergono poi dall’esame dell’elaborato grafico a cura della ditta CO.STELL S.r.l. incaricata della realizzazione degli impianti che mostra la presenza di un unico serbatoio urea, un unico degasatore e di un solo impianto di distribuzione, a servizio di una linea comune di adduzione.
Aspetti ambientali
Emissioni in atmosfera e qualità dell’aria
Dalla lettura dei dati riportati nella Relazione Tecnica del progetto, emerge che il quadro emissivo è parzialmente esplicitato solo per 4 specie di inquinanti: CO2, CO, NOx e polveri. Nessuna valutazione è stata fornita riguardo altre specie di interesse come ad es. IPA e metalli pesanti che vengono genericamente indicati in emissione in quantità inferiore rispetto a quanto si otterrebbe dall’uso di combustibile fossile (cfr. Progetto pag. 18). Viene inoltre riportato che “i risultati ottenibili con l’impianto in esercizio a valle del sistema di abbattimento dovrebbe[ro] essere” in linea con quanto prescritto nel parere di competenza dell’ARPA (cfr. Progetto pag. 18).
Nella scheda di bilancio finale derivante dal confronto tra la situazione ante e post-operam è riportato che dall’attività di combustione degli oli vegetali si avrà un peggioramento della qualità dell’aria circostante, con un aumento delle emissioni su scala locale corrispondenti a:
+           2322 kg/anno di NOx;
+           12741 t/anno di CO2;
+            21324 kg/anno di CO.
Tenendo conto che questi dati rappresentano un differenziale rispetto alla situazione attuale, si osserva che non sono state fornite informazioni circa le previsioni dei reali contributi annui dell’azienda al comprensorio spoletino a seguito dell’avvio del processo di cogenerazione.
Dai dati raccolti da ARPA Umbria nel corso delle ultime campagne di monitoraggio pubblicati nel volume “Annuario dei dati ambientali dell'Umbria 2009” e ripresi nel “Piano di Gestione Ambientale - Comunità Montana Monti Martani, Serano e Subasio” risulta evidente che le 3 centrali alimentate ad olio vegetale accentueranno le criticità già emerse in fase di valutazione della qualità dell’aria del territorio spoletino che sono state sintetizzate in:
   valori di emissione elevati in tutti i settori del comune di Spoleto. La criticità si focalizza su emissioni di particolato (PM10 e PM2.5), NOx, CO e CO2.
   Le stazioni di monitoraggio (S. Chiodo e P.zza Vittoria) registrano valori degli inquinanti in aria inferiori ai valori limite anche se, per quanto riguarda polveri e NO2, i livelli si collocano sopra le soglie di valutazione e risultano essere rilevanti. I dati riguardanti le polveri potrebbero essere soggetti ad una sottostima causata dalla strumentazione.
   Presenza di traffico veicolare pesante, emissioni di polveri e materiale di scarto da lavorazione dovuto da attività di cava intensa.
A questo scenario si deve aggiungere un ulteriore dato relativo alla concentrazione media oraria di ozono (1 e 8 ore), registrato dalla stazione mobile collocata in zona Madonna di Lugo a partire dal 6 maggio 2011, che mostra come in 100 giorni di osservazione l’area si trovi già per il 20% una condizione di qualità dell’aria scadente (media 8 ore) e per il 43% in una condizione accettabile (media 1 ora).
È inoltre, da tenere presente che i nuovi impianti si collocheranno nell’area di Madonna di Lugo, posta a Nord dell’abitato di Spoleto. Poiché il campo anemologico della città è influenzato dalla sua posizione geografica, in fondo alla valle Umbra e con la cerchia di montagne disposta da Nord a Est-Sud-Est, appare evidente che nel periodo invernale con i venti prevalentemente indirizzati da Nord-Nord-Est, le emissioni dei 3 motori di cogenerazione concorreranno al peggioramento della qualità dell’aria, aggravando la condizione attuale.


Bilancio ambientale
Elemento indispensabile per la valutazione dei 3 impianti è un’analisi degli effetti ambientali ed energetici che tenga conto dell’intero processo a partire dalla coltivazione delle colture dedicate così come indicato nel P.E.R. Umbria 2004, che prevede “... Per ragioni di carattere economico (costo del trasporto) ed ambientale (emissioni da trasporto), le analisi di fattibilità tecnico-economica per gli impianti di produzione di energia da biomassa ribadiscono generalmente la necessità di utilizzare un comprensorio di approvvigionamento del combustibile non superiore ai 70-100 km di raggio medio dall’impianto stesso ...”. Inoltre “.. L’impatto ambientale di un impianto a biomassa va calcolato tenendo conto del rilevante inquinamento prodotto dal trasporto del combustibile e quindi va giudicato caso per caso. Anche se, in generale, la biomassa è un combustibile che potrebbe contribuire all’abbattimento di emissione di CO2, restano da valutare gli effetti derivanti dalla emissione delle altre componenti prodotto di combustione. In ogni caso, date le caratteristiche della regione, risulta auspicabile un utilizzo in impianti di piccola scala ...
Alla luce di queste premesse appare chiaro che per una corretta valutazione degli impianti non solo sono necessarie garanzie di tracciabilità della biomassa e di uso corretto del suolo, così come richiesto dalla procedura autorizzativa del Comune di Spoleto, ma anche della documentazione riguardante l’approvvigionamento del combustibile e la conseguente valutazione degli aspetti ambientali ed energetici comprendenti il trasporto del carburante stesso.


 Aspetti generali
Raccolta firme
A testimonianza dell’interesse e della preoccupazione dei cittadini verso l’installazione dei nuovi impianti di cogenerazione si fa presente che in molti hanno contribuito alla raccolta di firme per dire no all’insediamento delle nuove centrali, che rappresentano una forma di sfruttamento imprenditoriale del territorio che mette a rischio la salute di molti a vantaggio di pochi. Il primo cittadino è tenuto a tenere in alta considerazione la richiesta di blocco degli impianti che è stata sottoscritta da oltre 2500 persone che abitano in città. Si ricorda inoltre che i firmatari della petizione, poiché desiderano partecipare attivamente alle scelte che riguardano l’ambiente in cui vivono, non limitano la loro protesta agli impianti a biomasse, ma fanno notare come l’amministrazione debba impegnarsi molto di più di quanto finora fatto per la protezione dell’ambiente e del territorio e avviare finalmente un’efficiente gestione dei rifiuti.
Nuovo Regolamento Regionale
Il nuovo Regolamento Regionale (“Disciplina regionale per l’installazione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili“) pubblicato in data 5 agosto 2011 sul B.U.R. n. 34 del 29 luglio 2011, all’Art. 12 comma 1 stabilisce che le disposizioni del regolamento si applicano anche ai procedimenti pendenti alla data di entrata in vigore del regolamento medesimo. Dato che in data 5 agosto l’impianto mancava ancora dell’Autorizzazione alle Emissioni in Atmosfera si ritiene quindi che l’iter autorizzativo non fosse completo e quindi sia applicabile il succitato Art. 12 comma 1.
Il Regolamento all’Art. 2 disciplina gli impatti cumulativi e la valutazione ambientale e di incidenza, quindi il comma 1 stabilisce che i progetti posizionati nella medesima area o in aree contigue e comunque a distanza inferiore a metri 1000 da altri impianti della stessa tipologia già autorizzati devono essere valutati in termini cumulativi, qualora risulti una potenza complessiva superiore a 1 MW. In particolare al comma 4 lettera b) si sancisce che gli impianti alimentati a biomasse di potenza elettrica superiore ad 1 MWe siano sottoposti a verifica di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale.
Infine con l'entrata in vigore del presente Regolamento Regionale viene normato l'approvvigionamento  delle biomasse da utilizzarsi come combustibile; nell'Allegato B, difatti, ove si pongono i criteri e le condizioni per l'autorizzazione all'installazione di nuovi impianti si specifica alla voce “condizioni” si legge: “Al fine di minimizzare le emissioni di sostanze inquinanti e gas serra associati
 all’approvvigionamento delle biomasse utilizzate come combustibili per
 alimentare gli impianti alimentati a biomassa, le emissioni dei mezzi di
 trasporto non devono superare 6 kg di CO2 per ciascuna tonnellata di
 materiale trasportato.”
Risulta quindi evidente che la sola specificazione di utilizzare olii vegetali di provenienza europea tracciabili e ottenuti dalla spremitura meccanica a freddo, così come previsto all'Allegato X alla parte quinta del D.Lgs 152/2006, non risulta sufficiente.

  
Azioni proposte

Per quanto fin qui sinteticamente esposto, i membri della Commissione tecnica che sottoscrivono la presente memoria, ribadiscono quanto hanno dichiarato in sede di prima sessione della stessa:
-        sospensione immediata dell’iter autorizzativo comunale e comunque ingiunzione alle Ditte Proponenti di sospendere qualsiasi azione volta alla realizzazione di opere anche propedeutiche agli impianti in argomento;
-        ricondurre tutta la pratica entro i confini normativi del RR 7/11 e all’interno della elaborazione, in corso di attuazione, del Piano Energetico Comunale;
-        ampia, profonda, capillare partecipazione del suddetto Piano, al fine di condividere con la cittadinanza fondamentali scelte implicanti elevate e permanenti interazioni con lo stato di salute pubblica e aspetti formali e funzionali dell’ambiente. 

 Nota redatta da:  Comitato Rifiuti 0, Italia Nostra e Legambiente

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