sabato 29 giugno 2013

CSS (combustibile solido secondario): la verità



Venerdì 28 giugno, alle ore 11 presso la sala della Partecipazione di Palazzo Cesaroni (sede del consiglio regionale dell’Umbria) conferenza stampa-dibattito “LA VERITA SUL CSS“ in risposta al convegno di venerdì 21 giugno, tenutosi presso la sede di Confindustria di Perugia su: “Rifiuti: problema o opportunità? la soluzione CSS“.
Ecco il documento sul CSS stilato dal Coordinamento Regionale dell’Umbria “RIFIUTI ZERO” :  LA VERITA’ SUL CSS
PRECISAZIONE PRELIMINARE:  CSS è  un termine usato solo per togliere la parola “RIFIUTO” da quello che è stato definito fino a ieri: CDR (in pratica CDR=>CSS)
  •  L’art 216 del TESTO UNICO DELLE LEGGI SANITARIE del Decreto Ministeriale  del  5 settembre 1994, definisce i CEMENTIFICI centrali termoelettriche, inceneritori, fonderie… :  INDUSTRIE INSALUBRI di CLASSE I.   Laconvenzione sottoscritta dall’Unione Europea, che va sotto il nome di CONVENZIONE  DI AARHUS e in vigore dal 30 ottobre 2001, sancisce di favorire la partecipazione dei cittadini alle attività decisionali aventi effetti sull’ambiente, la successiva  presa d’atto della sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (causa C-416/10 Jozef Križan e a. / Slovenská inšpekcia životného prostredia) in cui viene stabilito che “Ai sensi della Convenzione di Aarhus, ove venga avviato un processo decisionale in materia ambientale, il pubblico interessato deve potervi partecipare sin dall’inizio, vale a dire DAL MOMENTO IN CUI TUTTE LE ALTERNATIVE SONO ANCORA PRATICABILI E TALE PARTECIPAZIONE PUÒ AVERE UN’INFLUENZA EFFETTIVA.    Il Comunicato stampa n.1/13, Lussemburgo, 15 gennaio 2013 dice che “… in via di principio, il pubblico deve poter consultare gratuitamente tutte le informazioni rilevanti ai fini del processo decisionale e deve poter contestare in sede giurisdizionale la legittimità di qualsiasi decisione adottata al termine di tale processo”. 
  • La presa d’atto dei limiti emissivi espressi nel documento delle direttive europee  sulle emissioni   (Documento di riferimento sulle BAT per gli inceneritori). Da tale documento si possono comparare i limiti di emissione per gli Inceneritori e confrontarli con quelli dei Cementifici [Reference Document on the Best Avalaible Tecnology (BAT) for Waste inceneration - agosto 2006 (602 pagine): http://eippcb.jrc.ec.europa.eu/reference/BREF/wi_bref_0806.pdf] Prendendo per esempio, le polveri, i limiti per un inceneritore sono inferiori a 10 mg/Nm3 (normal metro cubo unità di misura per i gas) mentre per un cementificio è ammesso un limite tra 20 80 mg/Nm3.
Decreto Ministeriale 6 luglio 2012
http://www.sviluppoeconomico.gov.it/images/stories/normativa/DM_6_luglio_2012_sf.pdf  Il DM ha stabilito la trasformazione del CDR (Combustibile da Rifiuti) in CSS(Combustibile Solido Secondario) surclassando di fatto tutte le normative, vista la “scomparsa” dalla denominazione della parola “RIFIUTI”.  Nonostante ciò alle pagg 59 e 60 del DM nella tabella 6.A  (con tanto di CODICE CER = Catalogo Europeo dei Rifiuti) è ben evidente che SEMPRE di RIFIUTI, si sta parlando. In questa tabella, tra le 53 tipologie di RIFIUTI CHE VANNO A COSTITUIRE IL CSS RITROVIAMO, per citarne alcuni: -  SCARTI DI TESSUTI ANIMALI     -   RIFIUTI PLASTICI  -  FECI ANIMALI, URINE E LETAME…-  RIFIUTI PRODOTTI DALL’ESTRAZIONE TRAMITE SOLVENTI – RIFIUTI NON SPECIFICATI ALTRIMENTI  –  RIFIUTI DA MATERIALI COMPOSITI (fibre impregnate, elastomeri, plastomeri) -  PITTURE E VERNICI DI SCARTO… – CARTA E PELLICOLE PER FOTOGRAFIA contenenti o non contenenti argento o composti dell’argento  – LIMATURE E TRUCIOLI DI MATERIALE PLASTICO –  PNEUMATICI FUORI USO – PLASTICA … ASSORBENTI IGIENICI – FLUFF/FRAZIONE LEGGERA E POLVERI … ecc.    Mentre, a pag 39 e seguenti sempre del DM 6 luglio 2012 si parla nei vari allegati di INCENTIVI e relativi connessi:
  • ALLEGATO 1: Vita utile convenzionale, TARIFFE INCENTIVANTI E INCENTIVI PER I NUOVI IMPIANTI
  • ALLEGATO 2: IMPIANTI OGGETTO DI INTEGRALE RICOSTRUZIONE, RIATTIVAZIONE, RIFACIMENTO, POTENZIAMENTO ED IMPIANTI IBRIDI  
  • (pag 43)  DETERMINAZIONE DEGLI INCENTIVI PER LE CATEGORIE DI INTEGRALE RICOSTRUZIONE, RIATTIVAZIONE, POTENZIAMENTO, RIFACIMENTO
In tutta questa vicenda, quello che ha fortemente meravigliato è che la vicenda CSS è proseguita non tenendo conto deparere negativo della commissione della Camera,  ma addirittura a CAMERE SCIOLTE! Infatti nell’ottobre 2012 arriva il “famoso”DECRETO CLINI,  pubblicato in G. U.  con OPERATIVITA’ dal 29 Marzo 2013:  MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE -DECRETO 14 febbraio 2013 , n. 22 – Regolamento recante disciplina della CESSAZIONE della QUALIFICA di RIFIUTO di determinate tipologie di combustibili solidi secondari (CSS), ai sensi dell’articolo 184-ter, comma 2, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni. (13G00061) (GU n.62 del 14-3-2013 )”. Tutto ciò confermato dallo stesso Clini, già nell’intervista del 13 febbraio 2012 a G. Iasparra “ il Ministro Corrado Clini invece ha già detto che si andrà avanti anche se la Camera ha espresso parere contrario non vincolante sul DPR.Sull’argomento stanno infatti viaggiando in parallelo due provvedimenti che si differenziano per specifiche tecniche diverseNel secondo caso si tratta di un decreto ministeriale che va avanti lo stesso” . E……….NONOSTANTE L’EUROPA DICA BEN ALTRO!!!! come stabilito all’art 32 del VII PAA (Settimo Programma di Azione in materia Ambiente): “DIVIETO DI INCENERIMENTO DI TUTTI I RIFIUTI RICICLABILI o COMPOSTABILI“. Nel convegno della Confindustria, invece,  è stato dichiarato che il 18% dei rifiuti NON E’ riciclabile. Noi del coordinamento rifiuti zero ci meravigliamo che in Confindustria non si conosca l’attività svolta da una loro collega imprenditrice, CARLA POLI,  Amministratore Delegato del Centro Riciclo Vedelago! In questa azienda (oltre 60 dipendenti) da anni (vedi servizio del Sole 24 ore del 15 maggio 2008) si ricicla proprio quella quota di rifiuti che era ritenuta irriciclabile, ma che invece,  mediante un sistema brevettato di estrusione per attrito, viene utilizzata, per la produzione di SABBIA sintetica utilizzata sia come sabbia da mescolare al 20% con il cemento per farne blocchi da costruzione, sia per la produzione di mobili da esterno. Detto ciò E’ LEGITTIMO PER I CITTADINI PORSI QUESTE DOMANDE:
  • I CEMENTIFICI (centrali termoelettriche, fornaci ecc) UTILIZZANDO IL CSS NON SAREBBERO PIU’ INDUSTRIE INSALUBRI? 
  • IN TERMINI DI SALUTE, CON L’UTILIZZO DEL CSS, C’E’ UNA MAGGIORE SICUREZZA PER LA SALUTE?
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 A proposito dell’impatto degli inceneritori sulla salute, dal  29-30 novembre 2007 ARPA Piemonte, a Torino organizzò il congresso: ”Gli impianti di termovalorizzazione di RSU: aspetti tecnologici“. Andando al link:  http://www.arpa.piemonte.it/arpa-comunica/events/eventi-2007/comba.pdf  si può visionare la presentazione: “Review di studi e conoscenze disponibili sull’impatto”  (Impact studies review) di Pietro Comba e Lucia Fazzo dell’Istituto Superiore di Sanità,  la slide n 21 riporta i dati epidemiologici di diversi studi italiani riguardanti le conseguenze sulla salute delle popolazioni vicine agli inceneritori. Pertanto, SE GLI INCENERITORI CHE HANNO LIMITI DI LEGGE MOLTO PIÙ RESTRITTIVI, PRESENTANO  QUESTE CRITICITÀ PER LA SALUTE NON E’ LOGICO CHIEDERSI: “QUESTI IMPIANTI IN CUI SI VUOL UTILIZZARE COME COMBUSTIBILE IL CSS,  NON COMPORTANO  DEI RISCHI MAGGIORI PER LA SALUTE? 
Per tutto quanto detto richiamiamo anche il PRINCIPIO DI PRECAUZIONE che NON SOLO VÀ TENUTO PRESENTE MA DEVE ESSERE ASSOLUTAMENTE APPLICATO DA OGNI SINDACO, ricordando che ogni Sindaco È LA PRIMA AUTORITÀ SANITARIA DEL SUO COMUNE. Visto che il PRINCIPIO DI PRECAUZIONE, secondo la Commissione Europea, può essere invocato quando un fenomeno, un prodotto o un processo può avere effetti potenzialmente pericolosi, individuati tramite una valutazione scientifica e obiettiva, (anche) se questa valutazione non consente di determinare il rischio con sufficiente certezza. Il ricorso al principio si iscrive pertanto nel quadro generale dell’analisi del rischio (che comprende, oltre la valutazione del rischio, la gestione e la comunicazione del rischio) e più particolarmente nel quadro della gestione del rischio che corrisponde alla fase di presa di decisione. La Commissione sottolinea che il principio di precauzione può essere invocato solo nell’ipotesi di un rischio potenziale, e che non può in nessun caso giustificare una presa di decisione arbitraria.Il ricorso al principio di precauzione è pertanto giustificato solo quando riunisce tre condizioni, ossia: l’identificazione degli effetti potenzialmente negativi; la valutazione dei dati scientifici disponibili; l’ampiezza dell’incertezza scientifica. http://europa.eu/legislation_summaries/consumers/consumer_safety/l32042_it.htm
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DOCUMENTO dei Medici per l’Ambiente (ISDE-Italia)                                            sull’uso del CSS nei cementifici (contributo di Agostino di Ciaula)
  • Il 23 gennaio 2013 è arrivata alla Camera la proposta di legge denominata “Utilizzo di combustibili solidi secondari (CSS) nei cementifici”. Questa pratica è  economicamente conveniente SOLO per l’imprenditoria di settore,  mentre gli SVANTAGGI per i cittadini sono enormemente maggiori rispetto ai  benefici. Quei benefici  che invece potrebbero essere ottenuti con metodi alternativi e più sostenibili,  tra l’altro indicati fortemente dalla stessa UE.
  • I cementifici sono impianti industriali comunque altamente inquinanti (INDUSTRIE INSALUBRI DI CLASSE I) già  senza l’uso dei rifiuti come combustibile [1] considerando che  i limiti di legge per le emissioni dei cementifici sono enormemente più elevati e soggetti a deroghe rispetto a quelli degli inceneritori. A mo’ di esempio, considerando solo gli NOx (ossidi di Azoto), per un inceneritore il limite di legge è 200 mg/Nmc, mentre per un cementificio è tra 500 e 1800 mg/Nmc. Inoltre, un cementificio produce di solito almeno il triplo di CO2 rispetto a un inceneritore. La lieve “amplificata” riduzione dei gas serra ottenuta dalla sostituzione parziale dei combustibili fossili con i rifiuti, ridurrebbe le emissioni dei cementifici in maniera scarsamente significativa, considerata l’esorbitante produzione annua di CO2 da parte di questi impianti che, secondo i dati del registro europeo delle emissioni inquinanti (E-PRTR), ammonta in Italia a circa 21.237.000 tonnellate/anno.
  • La combustione di rifiuti nei cementifici comporta una variazione della tipologia emissiva di questi impianti, in particolare in merito alla emissione di diossine/composti organici clorurati [2-4] (=Composti Organici Totali o Composti Organici Volatili) e metalli pesanti [5]. La produzione di diossine è direttamente proporzionale alla quantità di rifiuti bruciati [6]. Riguardo alle diossine, viene sempre detto dagli imprenditori, che le alte temperature dei cementifici diminuiscano o addirittura eliminino le emissioni di queste sostanze. Tale affermazione non trova riscontro nelle evidenze scientifiche indipendenti, che invece mostrano come, sebbene le molecole di diossina abbiano un punto di rottura del loro legame a temperature superiori a 850°C, durante le fasi di raffreddamento del ciclo produttivo), esse si riaggregano e si riformano [7]. Inoltre, considerata la particolarità chimica delle diossine (che non essendo biodegradabili persistono nell’ambiente, entrano nel ciclo alimentare e in conseguenza di ciò, determinando il cosiddetto: BIOACCUMULO. È stato dimostrato che la combustione di CSS nei cementifici causa un significativo incremento delle emissioni di metalli pesanti [5], in particolare mercurio, estremamente pericolosi per la salute umana. È stato calcolato che la combustione di una tonnellata di CSS in un cementificio in sostituzione parziale di combustibili fossili causa un incremento di 421 mg nelle emissioni di mercurio, 4.1 mg in quelle di piombo, 1.1 mg in riferimento al cadmio [8] che la IARC definisce cancerogeno di classe 1  [http://monographs.iarc.fr /ENG/Monographs/vol100C/mono100C-8.pdf] .  Particolari criticità dovute alla tipologia di rifiuti bruciati riguardano anche le emissioni di piombo [9-11].
  • L’utilizzo del CSS nei cementifici prevede l’inglobamento delle ceneri tossiche prodotte dalla combustione dei rifiuti nel clinker/cemento prodotto, invece di essere smaltite in discariche speciali come dovrebbe invece essere, essendo esse classificate come rifiuti speciali pericolosi. Questa pratica, inoltre,  fa insorgere un’ulteriore  considerazione, per rischi potenziali per la salute dei lavoratori [12, 13] che utilizzeranno quel tipo di cemento e anche i possibili rischi ambientali [14-16] per l’eventuale rilascio nell’ambiente di sostanze tossiche. Infine, le caratteristiche fisiche del cemento potrebbero essere alterate dalla presenza di scorie da combustione [17, 18] in modo tale da non rendere quel prodotto universalmente utilizzabile [19].
  • La destinazione dei rifiuti a pratiche di incenerimento è contraria alla recente raccomandazione del Parlamento Europeo (A7-0161/2012, adottata a Maggio 2012, http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?type=TA&reference=P7-TA-
    2012-0223&language=EN&ring=A7-2012-0161) di rispettare la gerarchia dei rifiuti e di intraprendere con decisione, entro il prossimo decennio, la strada dell’abbandono delle pratiche di incenerimento di materie recuperabili in altro modo.
  • L’Italia è la nazione Europea con il maggior numero di cementifici e questi impianti causano conseguenze misurabili sulla salute dei residenti nei territori limitrofi, in particolare in età pediatrica [20]. L’incentivazione e l’agevolazione della combustione dei rifiuti nei cementifici  produrrebbe più che significative conseguenze ambientali, sanitarie e quindi economiche  solo per l’unico vantaggio economico che va sia ai produttori di CSS che agl’ imprenditori del cemento.
Riferimenti bibliografici
 1 European C. Reference Document on Best Available Techniques in the Cement,Lime and Magnesium Oxide Manufacturing Industries. May 2010. 2010.                                             2 Chen CM. The emission inventory of PCDD/PCDF in Taiwan. Chemosphere2004;54:1413-20.                                                                                             3 Hu J, Zheng M, Liu W, Li C, Nie Z, Liu G et al. Characterization of polychlorinatednaphthalenes in stack gas emissions from waste incinerators. Environmentalscience and pollution research international 2012.                                          4 Chyang CS, Han YL, Wu LW, Wan HP, Lee HT and Chang YH. An investigation onpollutant emissions from co-firing of RDF and coal. Waste Manag. 2010;30:1334-40.
5 Genon G and Brizio E. Perspectives and limits for cement kilns as a destination for
RDF. Waste Manag. 2008;28:2375-85.
6 Conesa JA, Galvez A, Mateos F, Martin-Gullon I and Font R. Organic and inorganic
pollutants from cement kiln stack feeding alternative fuels. J.Hazard.Mater.
2008;158:585-92.
7 Cormier SA, Lomnicki S, Backes W and Dellinger B. Origin and health impacts of
emissions of toxic by-products and fine particles from combustion and thermal
treatment of hazardous wastes and materials. Environ.Health Perspect.
2006;114:810-7.
8 European Commission DGE. Refuse Derived Fuels, current practice and
perspectives. Final report. 2003.
9 Qiao LS. Problems about Utilizing Waste Materials in Cement Plant-Foreign
Research and Rule of Law[J]. Cement 2002;10:1-5.
10 Qiao LS. Problems about Utilizing Waste Materials in Cement Plant-Behavior and
State of Trace Element in Cement Rotary Kiln. Cement 2002;12:1-8.
11 Su DG, Lin SM and Chen YY. Research on Pb Emission of Cement Kiln. Cement
2005;12:1-2.
12 Chen HL, Chen IJ and Chia TP. Occupational exposure and DNA strand breakage
of workers in bottom ash recovery and fly ash treatment plants. J.Hazard.Mater.
2010;174:23-7.
13 Liu HH, Shih TS, Chen IJ and Chen HL. Lipid peroxidation and oxidative status
compared in workers at a bottom ash recovery plant and fly ash treatment plants.
J.Occup.Health 2008;50:492-7.
14 Aubert JE, Husson B and Sarramone N. Utilization of municipal solid waste
incineration (MSWI) fly ash in blended cement Part 2. Mechanical strength of
mortars and environmental impact. J.Hazard.Mater. 2007;146:12-9.
15 Barros AM, Tenorio JA and Espinosa DC. Evaluation of the incorporation ratio of
ZnO, PbO and CdO into cement clinker. J.Hazard.Mater. 2004;112:71-8.
16 Sinyoung S, Songsiriritthigul P, Asavapisit S and Kajitvichyanukul P. Chromium
behavior during cement-production processes: a clinkerization, hydration, and
leaching study. J.Hazard.Mater. 2011;191:296-305.
17 Bertolini L, Carsana M, Cassago D, Curzio QA and Collepardi M. MSWI ashes as
mineral additions in concrete. Cem.Concrete Res. 2004;34:1899-906.
18 Maschio S, Tonello G, Piani L and Furlani E. Fly and bottom ashes from biomass
combustion as cement replacing components in mortars production: Rheological
behaviour of the pastes and materials compression strength. Chemosphere 2011.
19 Del Valle-Zermeno R, Formosa J, Chimenos JM, Martinez M and Fernandez AI.
Aggregate material formulated with MSWI bottom ash and APC fly ash for use as
secondary building material. Waste management 2012.
20 Bertoldi M, Borgini A, Tittarelli A, Fattore E, Cau A, Fanelli R et al. Health effects for
the population living near a cement plant: an epidemiological assessment.
Environment international 2012;41:1-7.
28 giugno 2013 Coordinamento Regionale dell’Umbria “Rifiuti Zero ” -
Giovanni Vantaggi medico per l’ambiente Isde-Italia

COMUNICATO STAMPA: “LA VERITA’ SUL CSS”





Si è svolta ieri mattina, presso la sala della Partecipazione di Palazzo Cesaroni,  la conferenza stampa - dibattito indetta da associazioni e comitati aderenti al coordinamento regionale umbro Rifiuti Zero: 

“LA VERITA’ SUL CSS”.

Scopo dell'iniziativa: ribadire le posizioni del coordinamento in merito alla questione della chiusura del ciclo dei rifiuti. In particolare il coordinamento ha   manifestato la propria disapprovazione all'utilizzo di CSS come combustibile per i cementifici, ritenendola una scelta dannosa per la salute ed incomprensibile viste le altre opportunità da sfruttare per la chiusura del ciclo e cioè la strategia  'RIFIUTI ZERO'.  Si auspica che le istituzioni aprano un dibattito veramente partecipato con i cittadini, così come previsto dalla convenzione di Aarhus, rsu una questione così delicata e che li riguarda da vicino.

Coordinamento Regionale Umbria Rifiuti Zero

mercoledì 26 giugno 2013

Conferenza stampa contro l'incenerimento rifiuti (CSS) nei cementifici





VENERDI’ 28 GIUGNO DALLE ORE 11.00 – SALA DELLA PARTECIPAZIONE SEDE REGIONE UMBRIA  (Perugia piazza Italia, 2)

CONFERENZA STAMPA-DIBATTITO

“LA VERITA’ SUL CSS”

Dopo la presa di posizione ufficiale delle lobby del cemento umbro sulla questione del CSS (combustibile solido secondario), nel convegno del 21 giugno scorso, in cui i cittadini e i loro comitati sono stati descritti come un grave ostacolo alla c.d. valorizzazione energetica dei rifiuti, tanto da far affermare a taluno che ciascun comitato dovrebbe risarcire ai privati milioni di Euro di mancati guadagni, ancora più motivato e deciso di prima, il Coordinamento regionale rifiuti zero scende in campo contro il CSS, ricordando ai decisori politici e ai gruppi economici il diritto costituzionale alla partecipazione dei cittadini all’adozione delle scelte che incidono sulla loro salute e sul loro ambiente.

martedì 25 giugno 2013

Comunicato stampa

DALL’ATI2 ANCORA UN RINVIO SUL FUTURO DI BORGO GIGLIONE E IL CONFERIMENTO DEI RIFIUTI DELL’ATI3

Ieri mattina l’Assemblea del Sindaci dell’ATI2 si è conclusa rinviando al 10 luglio la decisione sulla richiesta dell’ATI3 di rinnovare per 24 mesi la convenzione che consente di portare i rifiuti di Foligno, di Spoleto e della Valnerina a Borgo Giglione.
Come Associazioni dei Consumatori e degli Utenti stigmatizziamo la decisione assunta dai Sindaci dell’ATI2, perché ancora una volta si è persa l’ennesima occasione per prendere la decisione giusta, quella che va nella direzione di promuovere la raccolta differenziata porta a porta “spinta” e invece si è rimasti nella logica delle discariche, anzi della discarica di Borgo Giglione, che è l’unica oggi in funzione nella Provincia di Perugia.
In realtà siamo preoccupati che questa non decisione dell’AT2 si inserisca nella strategia che da qualche tempo ben identificati soggetti politici, sociali, aziendali ed istituzionali stanno portando avanti per far scoppiare sui media regionali un’emergenza rifiuti in Umbria, che giustifichi la scelta di trasformare i rifiuti in C.S.S. (Combustibile Solido Secondario) da bruciare nei cementifici di Gubbio e Spoleto e negli impianti di produzione di energia, come l’inceneritore ACEA di Terni.
Rimane incomprensibile come mai si cerchi di convincere l’opinione pubblica che è necessaria la cosiddetta “chiusura del ciclo”, quando da alcuni anni la produzione di rifiuti diminuisce costantemente e poi con una raccolta differenziata porta a porta spinta la percentuale di residui da “chiudere” rimarrebbe del tutto trascurabile.
Infine, poi, è ancora aperta tutta la partita delle vie di comunicazione a Borgo Giglione e delle condizioni di vita a cui sono costretti gli abitanti di tutta l’area intorno alla discarica, visto che stanno accedendo oltre 30 bilici al giorno. Per questo quei cittadini stanno pensando ad una manifestazione di piazza, che ovviamente condividiamo e sosteniamo.

ACU UMBRIA – ADOC –    CITTADINANZATTIVA – CONFCONSUMATORI – LEGA CONSUMATORI – MOVIMENTO CONSUMATORI – UNIONE NAZIONALE CONSUMATORI

Perugia lì 25/06/2013

sabato 22 giugno 2013

Perugia, 21 giugno: NON ROMPETECI I POLMONI in presidio contro nuovi inceneritori sotto sede di Confindustria






Ancora una volta il partito dell'incenerimento torna alla carica in Umbria. Ma noi non abbiamo paura.
Grazie al regalo fatto dall'ex ministro Clini, nei cementifici e nelle centrali termoelettriche è possibile bruciare rifiuti. Un regalo colto al volo da quanti hanno già fiutato l'affare e si apprestano, anche in Umbria, a realizzare questo scellerato progetto. Questa mattina, abbiamo pertanto organizzato un presidio davanti Confindustria – dove si svolgeva il convegno sui Css - per dire che su questo argomento chiunque proverà a chiedere di bruciare i Css troverà dura opposizione.

Con il CSS infatti si vuole mettere la parola fine all’unica alternativa all’odierna criminale gestione dei rifiuti, che devasta ambiente e salute: la raccolta differenziata finalizzata alla riduzione, riuso, riciclo dei rifiuti.

Il CSS costituisce un metodo palese per aggirare l'opposizione tenace dei movimenti alla costruzione di nuovi inceneritori ed incentivare e diffondere la combustione di rifiuti su tutto il territorio nazionale. Infatti, dirottando l'ex CDR ai cementifici e centrali elettriche, in un colpo, solo si beneficia la lobby dei cementieri e si trasformano i 59 cementifici presenti in Italia in inceneritori di rifiuti altrimenti del tutto riciclabili, con conseguenze gravissime per l'ambiente e la salute:

Le ceneri tossiche e nocive, frutto avvelenato dell'incenerimento, non dovranno più essere smaltite a costi elevati in discariche speciali, ma inglobate pari pari nei cementi. Quindi anziché un costo diventano un guadagno, facendo crescere il volume e il peso dei cementi prodotti.

I cementifici sono impianti industriali altamente inquinanti e fonte di alte emissioni di polveri e di metalli pesanti in atmosfera (CO2, PCB, ammonio, cadmio, mercurio, nickel, ossidi di azoto, ossidi di zolfo, benzene, diossine e quantità incalcolabili di particolato) già senza l’uso dei rifiuti come combustibile. Considerando la massa dei fumi emessi e che questi impianti non sono dotati di specifici sistemi di abbattimento delle polveri e tanto meno dei microinquinanti (come la Diossina), la miscelazione di combustibili fossili insieme ai rifiuti avrà l’effetto di moltiplicare la nocività di questi impianti.

Le amministrazioni pubbliche che che firmeranno i contratti per il conferimento alle aziende produttrici di CSS, saranno vincolate a rispettarli per tutta la durata stabilita. Il che vuol dire che in tutto quel tempo il contratto impedirà ogni iniziativa comunale indirizzata a far partire la differenziazione dei rifiuti finalizzata al riciclo. Né più né meno dell’effetto perverso dell'inceneritore.

Impediamo la truffa del CSS nella nostra Regione e la speculazione sull'ambiente e sulla salute dei cittadini! Questa mattina abbiamo fatto capire che è solo l'inizio.

è ora di passare dalle parole ai fatti:

subito l'adozione della strategia Rifiuti Zero in Umbria!


Marco Montanucci - Umbria verso rifiuti zero

Giuliano Corbucci - Attivista Comitato inceneritori Zero

Francesco Piobbichi - attivista politico 

sabato 8 giugno 2013

Raccolta firme legge rifiuti zero

Il comitato Rifiuti Zero No Inceneritori di Spoleto sostiene la legge nazionale di iniziativa popolare Rifiuti Zero ( www.leggerifiutizero.it ).

Iniziamo quindi la campagna per la raccolta firme, per questo abbiamo allestito un banchetto per la raccolta delle firme per:

Domenica 9 giugnio , dalle 09 alle 13 e dalle ore 15.30 alle ore 19.30 in corso Mazzini (largo Ferrer) in occasione del mercatino dell'usato

Per cambiare serve anche la tua firma.

Sostieni la campagna di raccolta firme, gli incaricati del comitato sono a disposizione per spiegare l'oggetto della legge.

Sarà possibile rinnovare la tessera del comitato per l'anno 2013.

Comitato Rifiuti Zero No Inceneritori Spoleto

martedì 4 giugno 2013

Raccolta Porta a Porta spinta e Isole ecologiche ben gestiti in tutti i comuni dell'ATI.




Foligno - Spoleto – 3/06/13.

L'Osservatorio Rifiuti Foligno-Spoleto, costituito dai circoli locali delle associazioni Legambiente , CittadinanzAttiva e Comitato Rifiuti zero Spoleto, interviene sul neo servizio di raccolta differenziata attivato da appena un mese nel centro storico di Foligno per dire che finalmente, anche se in una piccola parte di una sola città (rispetto ai 22 comuni da gestire), si è partiti con il cosiddetto “porta a porta” spinto  ed attendiamo con ansia da VUS i primi risultati.

Riteniamo pertanto che la protesta fatta dai commercianti, sicuramente “innervositi” già dalle pavimentazioni, dalla crisi e dal continuo abbandono del centro storico, è strumentale e semplicemente una diretta conseguenza di una mancanza di politica ambientale partecipata dai cittadini.

Un vuoto che ha riportato in auge anche il deleterio progetto dei cassonetti  interrati, oggi non più applicabile, né previsto da nessun documento ufficiale (Piano regionale e d'Ambito)  e  che sempre più Comuni stanno dismettendo perché ricettacolo di ogni tipo di rifiuto difficilmente riciclabile.

Ricordiamo infatti che la metodologia, detta ad alta intensità,  è prevista dal piano d'ambito per tutti quei comuni che hanno un’ alta densità di popolazione (Foligno, Spoleto, Montefalco, Cascia, Norcia etc) e  prevede la raccolta a domicilio della  frazione organica che  fino ad ora non era  stata praticamente mai attivata. Questa metodologia è infatti l'unica attualmente che consente di avere una elevata raccolta differenziata (anche oltre l’ 80%) con un materiale raccolto di alta qualità che può andare al riciclo dedicato; plastica, carta vetro e compostaggio di qualità per l'organico, senza produrre ulteriore scarto.  

Il comune di Spoleto, invece di operare in questa direzione, ha destinato i soldi dedicati al potenziamento della raccolta differenziata, 630.000 euro, come si legge nella Relazione previsionale e programmatica 2012-2014, a coprire le spese di trasporto dei rifiuti alla discarica di Borgo Giglione. Il  centro storico che meriterebbe un servizio di questo tipo, non viene assolutamente preso in considerazione.  Da qualche settimana, con un ritardo di 2 anni, dovrebbe essere partita   la raccolta porta a porta in alcune frazioni alle porte della città e ci auguriamo che a questi cittadini vengano consegnati tempestivamente gli strumenti idonei alla raccolta (cassonetti domiciilari o sacchi) senza aspettare  anni come già successo in altre  frazioni.

La richiesta che facciamo alla VUS, come Osservatorio, è di ampliare al più presto il modello “alta intensità”  (tipo quello al centro storico di Foligno), quanto meno a tutti quei comuni già previsti nel piano d'ambito e contemporaneamente riaccendere tutte quelle buone pratiche iniziate e mai portate avanti attraverso un controllo serio del servizio messo in atto dal gestore della raccolta differenziata.
Ricordiamo che la strategia rifiuti zero, ora richiamata anche dalla Regione Umbria, applicata con intelligenza, consente di risparmiare risorse materiali e risorse finanziarie, entrambe sempre più limitate e preziose.  I cittadini non si arrendono all'idea che i rifiuti possano essere accumulati nelle discariche oppure bruciati negli inceneritori, e non sono disposti a tollerare che il proprio contributo, richiesto in nome della raccolta differenziata, sia abusivamente dirottato verso scelte non condivise. Chiediamo quindi una gestione efficiente del servizio e che l'Amministrazione rispetti gli impegni assunti risolvendo responsabilmente le criticità poste a giustificazione delle inefficienze.


Chiediamo infine  una  radicale revisione della  gestione delle isole ecologiche con un aumento del loro numero e della fruibilità rendendo facili gli
accessi,  ma anche  efficienti  che assicurio lo scarico dei materiali.