martedì 31 gennaio 2012

Tre semplici domande ………

Rassicurare, sempre e comunque. Questa la parola d’ordine che circola ormai da tempo negli
ambienti della politica rispetto alle questioni ambientali nel comune di Spoleto. Le centrali a
biomasse di Madonna di Lugo, l’impianto di termodistruzione della pollina, il cementificio e
l’azienda chimica di trasformazione di fosforo e zolfo, sono solo alcuni esempi di ciò che il
panorama comunale offre in merito alla quotidiana aggressione che subisce il territorio e la
nostra salute. Con preoccupazione osserviamo che ci vengono presentati come normalità la
svendita dei beni comuni e i soprusi contro la collettività.
Durante il consiglio comunale dello scorso 23 gennaio, il primo a memoria di Presidente del
Consiglio in cui gli spoletini sono stati chiamati a partecipare ed intervenire senza mediatori e rappresentanti, si è assistito ad un alternarsi di testimonal chiamati di volta in volta a
rassicurare i cittadini con numeri, interpretazioni, pareri e regolamenti.

Il tutto nel più assoluto, assordante ed annoiato silenzio del primo cittadino e dei suoi prevedibili scudieri: Vicesindaco e Direttore Generale. Eppure nonostante il mantra rassicurativo molti degli astanti rimanevano perplessi e sospettosi.

I numeri non mentono, ma con i numeri si può mentire. Chi maliziosamente minimizza
commette un grave errore di sottovalutazione poiché i cittadini, a loro spese, hanno ormai
imparato a diffidare di coloro che offrono semplicistiche spiegazioni. La popolazione chiede
informazione, trasparenza, non rassicurazioni e si aspetta che i suoi rappresenti siano ben
documentati e capaci di rendere ragione delle loro scelte ed azioni. Il compito assegnato alla
classe politica è quello di saper riconoscere le buone pratiche, l’imprenditoria che investe
nell’innovazione, nell’efficienza e nella sostenibilità. Quando ciò non avviene è colpa della
collettività, perché non è stata in grado di eleggere persone capaci di tutelare i suoi interessi.
La questione ambientale è un problema molto concreto: si tratta di controllo della qualità del territorio, della gestione dei rifiuti, di vigilanza sull’inquinamento, di politiche di protezione e di opportunità strategiche, di disponibilità delle risorse e della loro distribuzione sociale.

Le reti di monitoraggio e gli indicatori di stato presenti sul nostro territorio ci segnalano le aree a maggiore criticità e le tematiche cruciali verso cui indirizzare gli sforzi per arrivare a scelte di campo risolute e partecipate. E’ compito della collettività acquisire maggiore consapevolezza ed agire con senso di responsabilità, ma anche pretendere dalla politica assunzione di responsabilità.

Non esistono soluzioni facili, né sono ammesse scorciatoie per la salvaguardia della popolazione. Tra le sue funzioni il Sindaco, nel dubbio, ha il diritto-dovere di tutelare la salute dei cittadini, nelle forme e nei modi consentiti dalla Legge, compresa la facoltà di presentare eventuali ricorsi ad autorizzazioni in materia ambientale. Nel dubbio.
E a noi cittadini, nel dubbio, a fronte di comportamenti apparentemente inspiegabili, non resta che domandarci:

a chi giova? Chi ci guadagna? E’ un bene per la collettività?


Comitato Rifiuti Zero No Inceneritori

giovedì 12 gennaio 2012

Comunicato con testo diffida per gli impianti di cogenerazione a biomasse di Madonna di Lugo

Informiamo i cittadini che dopo varie vicissitudini, l'amministrazione comunale ha comunicato la data del consiglio comunale aperto chiesto per discutere sulla questione Biomasse di Madonna di Lugo. Il giorno stabilito è lunedì 23 gennaio alle ore 16.00. In questa occasione saranno  consegnate al Sindaco le firme raccolta per la petizione.
In funzione di questi importanti argomenti  invitiamo la cittadinanza a partecipare e a far partecipare amici, parenti e conoscenti per dimostrare l'assoluta contrarietà al progetto delle biomasse a Madonna di Lugo.
Informiamo inoltre che le tre associazioni Legambiente, Italia Nostra e Comitato Rifiuti Zero hanno inviato una diffida formale al Sindaco di Spoleto e alla Provincia di Perugia -  Sezione Ambiente e Territorio, in merito alla conclusione dell’iter amministrativo dei tre impianti.
Testo diffida

Le scriventi associazioni ambientaliste, preso atto della documentazione relativa ai 3 impianti di cogenerazione a biomasse, localizzati in Loc. Madonna di Lugo, e dei verbali della conferenza di servizi del 17/11/2011, celebrata per il rilascio della autorizzazione delle emissioni in atmosfera, esprimono il loro dissenso in merito alla conclusione dell’iter amministrativo che avrebbe portato alla “approvazione” delle tre DIA.
            In particolare non appare condivisibile la posizione del Comune di Spoleto, espressa in sede di conferenza di servizi, secondo cui “i tre procedimenti inerenti la realizzazione dei tre cogeneratori in questione, espletati mediante DIA, non sono da intendersi procedimento pendente alla data di entrata in vigore” del regolamento regionale  n. 7/2011, in quanto palesemente infondata sia in fatto che in diritto.
            Ed invero, l’art. 12 del citato regolamento prevede espressamente che “le disposizioni del presente regolamento si applicano anche ai procedimenti pendenti alla data di entrata in vigore del regolamento medesimo”.
            Nel caso di specie, non essendo ancora concluso l’iter di approvazione dei tre impianti, dovendo ancora essere acquisita l’autorizzazione prescritta dall’art. 269 del D.lgs 122/2006, il Comune di Spoleto avrebbe ben potuto e dovuto dichiarare la “pendenza” del procedimento e per l’effetto adottare i conseguenti provvedimenti ex art. 12 comma 2 del citato Regolamento Regionale.
            Né alcun rilievo riveste il parere formulato dalla Regione dell’Umbria prot. N. 0146667 del 19/10/2011 a firma dott. Andrea Monsignori, richiesto dal Comune di Spoleto, secondo cui “…si ritiene che ai sensi del citato art. 12 comma 1 del RR 7/2011, per procedimenti pendenti si intendono i procedimenti non conclusi alla data del 20/08/2011, data di entrata in vigore del R.R. 7/2011 in oggetto, ovvero per i quali entro la stessa data siano trascorsi i termini per l’efficacia delle dichiarazioni di inizio attività”.
            Tale affermazione appare del tutto tautologica e sfornita di alcun effettivo rilievo giuridico, nel caso di specie.
            La normativa di settore, infatti, nel disciplinare le procedure autorizzatorie per la realizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, parla sempre di “costruzione e esercizio” o di “installazione ed esercizio”degli impianti: attività edilizia ed esercizio dell’attività vengono sempre considerate unitariamente, come è logico che sia.
            Del resto anche lo stesso Comune di Spoleto, nella richiesta di parere prot. N. 0047742 del 23/09/2011 a firma Arch. Quondam ritiene implicitamente non concluso il procedimento, essendo ancora a quella data necessario il rilascio dell’autorizzazione alle emissioni, rientrando tale atto tra quelli previsti dall’art. 20 comma 4 L 241/1990.
            Essendo stata celebrata la conferenza di servizi solo in data 17/11/2011, è di tutta evidenza come a tale data il procedimento non poteva essere considerato concluso, con conseguente applicabilità dei principi e delle norme contenute nel nuovo regolamento regionale n. 7/2011.
            Sorprende, inoltre, come il Comune di Spoleto abbia completamente omesso di considerare, come avrebbe dovuto, gli interessi pubblici di tutela dell’ambiente e della salute pubblica, gravemente minacciati dai tre impianti e dalla contestuale richiesta di ampliamento dell’impianto produttivo della Pietro Coricelli spa, come chiaramente evidenziato dalla Provincia di Perugia con nota prot.  U-0302721 del 22/07/2010.
            Gli interessi alla tutela ambientale, infatti, devono essere oggetto di prioritaria considerazione di fronte alle pur legittime esigenze di celerità e semplificazione del procedimento amministrativo.
            Non si comprende, quindi, il motivo per cui l’Amministrazione, a fronte della paventata “presenza concomitante di elementi di vulnerabilità ambientale e di impatti dovuti ad una diversificazione complessa e contigua delle attività presenti all’interno dell’area industriale”, come dettagliatamente descritti nella sopra citata nota, non abbia assunto un atteggiamento ispirato ai principi della precauzione e dell’azione preventiva, anziché trincerarsi dietro uno sterile formalismo.
            Nel caso di specie, invece, l’Amministrazione comunale, anche dinanzi alla grave conflittualità causata dall’installazione degli impianti di cogenerazione, culminata nella raccolta di oltre 3000 firme contro le tre strutture, ha completamente omesso di considerare gli interessi della popolazione, limitandosi, solo in sede di conferenza di servizi del 17/11/2011, ad indicare una serie di prescrizioni ben più complesse di quelle già imposte dall’ARPA, venendo meno ai principi che il Codice dell’Ambiente detta in materia di tutela ambientale.
            Anche alla luce delle prescrizioni ed adeguamenti richiesti dallo stesso Comune di Spoleto, è di tutta evidenza come l’iter procedimentale alla data della celebrazione della conferenza di servizi non potesse essere considerato concluso.
            Poste tali premesse, si diffida, da un lato, il Comune di Spoleto a voler richiedere alle ditte proponenti i necessari adeguamenti ai sensi dell’art. 12 del Regolamento Regionale n. 7/2011, dall’altro, i competenti Uffici della Provincia di Perugia a non rilasciare la prescritta autorizzazione per la messa in esercizio degli impianti.
           
            In difetto, le scriventi associazioni ambientaliste si vedranno costrette a rivolgersi alla competente Autorità Giudiziaria.
           Distinti saluti.

Comitato Rifiuti Zero
Legambiente Spoleto
Italia Nostra