Rassicurare, sempre e comunque. Questa la parola d’ordine che circola ormai da tempo negli
ambienti della politica rispetto alle questioni ambientali nel comune di Spoleto. Le centrali a
biomasse di Madonna di Lugo, l’impianto di termodistruzione della pollina, il cementificio e
l’azienda chimica di trasformazione di fosforo e zolfo, sono solo alcuni esempi di ciò che il
panorama comunale offre in merito alla quotidiana aggressione che subisce il territorio e la
nostra salute. Con preoccupazione osserviamo che ci vengono presentati come normalità la
svendita dei beni comuni e i soprusi contro la collettività.
Durante il consiglio comunale dello scorso 23 gennaio, il primo a memoria di Presidente del
Consiglio in cui gli spoletini sono stati chiamati a partecipare ed intervenire senza mediatori e rappresentanti, si è assistito ad un alternarsi di testimonal chiamati di volta in volta a
rassicurare i cittadini con numeri, interpretazioni, pareri e regolamenti.
Il tutto nel più assoluto, assordante ed annoiato silenzio del primo cittadino e dei suoi prevedibili scudieri: Vicesindaco e Direttore Generale. Eppure nonostante il mantra rassicurativo molti degli astanti rimanevano perplessi e sospettosi.
I numeri non mentono, ma con i numeri si può mentire. Chi maliziosamente minimizza
commette un grave errore di sottovalutazione poiché i cittadini, a loro spese, hanno ormai
imparato a diffidare di coloro che offrono semplicistiche spiegazioni. La popolazione chiede
informazione, trasparenza, non rassicurazioni e si aspetta che i suoi rappresenti siano ben
documentati e capaci di rendere ragione delle loro scelte ed azioni. Il compito assegnato alla
classe politica è quello di saper riconoscere le buone pratiche, l’imprenditoria che investe
nell’innovazione, nell’efficienza e nella sostenibilità. Quando ciò non avviene è colpa della
collettività, perché non è stata in grado di eleggere persone capaci di tutelare i suoi interessi.
La questione ambientale è un problema molto concreto: si tratta di controllo della qualità del territorio, della gestione dei rifiuti, di vigilanza sull’inquinamento, di politiche di protezione e di opportunità strategiche, di disponibilità delle risorse e della loro distribuzione sociale.
Le reti di monitoraggio e gli indicatori di stato presenti sul nostro territorio ci segnalano le aree a maggiore criticità e le tematiche cruciali verso cui indirizzare gli sforzi per arrivare a scelte di campo risolute e partecipate. E’ compito della collettività acquisire maggiore consapevolezza ed agire con senso di responsabilità, ma anche pretendere dalla politica assunzione di responsabilità.
Non esistono soluzioni facili, né sono ammesse scorciatoie per la salvaguardia della popolazione. Tra le sue funzioni il Sindaco, nel dubbio, ha il diritto-dovere di tutelare la salute dei cittadini, nelle forme e nei modi consentiti dalla Legge, compresa la facoltà di presentare eventuali ricorsi ad autorizzazioni in materia ambientale. Nel dubbio.
E a noi cittadini, nel dubbio, a fronte di comportamenti apparentemente inspiegabili, non resta che domandarci:
a chi giova? Chi ci guadagna? E’ un bene per la collettività?
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