sabato 27 maggio 2023

I danni della malagestione dei rifiuti

I quotidiani del 23 maggio 2023 riportano il giudizio di condanna, senza appello, della Corte dei Conti nei confronti dei gestori dei rifiuti umbri indagati nel processo “Spazzatura d’oro Connection”, in particolare ritiene fondate le accuse della Procura.


Ricordiamo che la Corte dei Conti è un soggetto previsto dalla nostra Costituzione che le assegna un ruolo di controllo. L’articolo 100 recita: “ll Consiglio di Stato è organo di consulenza giuridico-amministrativa e di tutela della giustizia nell'amministrazione. La Corte dei conti esercita il controllo preventivo di legittimità sugli atti del Governo, e anche quello successivo sulla gestione del bilancio dello Stato.

I numeri sono da brividi, anche per le aziende che si accingono a diventare colossi grazie alla TARI che i cittadini umbri pagano indipendentemente dal servizio che i gestori svolgono, e ricordiamo che il processo penale iniziato nel dicembre 2018 ( un andamento troppo lento stigmatizzato anche dal Procuratore Generale della Corte d'Appello, Sottani, nella sua relazione d'apertura dell'anno giudiziario 2023) vede sul banco degli imputati le tre aziende umbre di gestione rifiuti: Gesenu, Gest, TSA che servivano 24 comuni umbri: Assisi, Bastia U., Bettona, Cannara, Castiglione del Lago, Città della Pieve, Collazzone, Corciano, Deruta, Fratta Todina, Magione, Marsciano, Massa Martana, Monte Castello di Vibio, Paciano, Panicale, Passignano, Perugia, Piegaro San Venanzo, Todi, Torgiano, Tuoro, Valfabbrica.

Ad ogni azienda viene contestato un illecito profitto per aver trattato/smaltito i rifiuti, tra il 2013 e il 2015, con modalità non previste dal contratto di servizio né dalle normative vigenti: A Gesenu vengono contestati 20,9 milioni, a Gest 25,3 milioni, a TSA 4,3 milioni.

Per concludere la riflessione solo un accenno ai numeri, tanto per avere idea di quanto parliamo. In totale ai tre gestori vengono contestati 50,5 milioni di euro per la gestione dei rifiuti nei 24 comuni di cui sopra che all’incirca sommano 370500 abitanti, dalla semplice divisione risulta che ad ogni abitante/utente è stato illecitamente richiesto un contributo di circa € 136. Tale condotta meriterebbe una class action, se in Italia fosse efficace come negli USA, sia verso i gestori che verso l’amministrazione comunale, che per prima doveva controllare, invece finirà a tarallucci e vino “perché le aziende sono una ricchezza per il territorio”, “perché mio figlio, marito, fratello, sorella, moglie… perderebbero il lavoro”, perché, perché, perché sono tante la ragioni. Intanto nelle suddette aziende finanziate dai cittadini che pagano le tasse si entra per cooptazione alla faccia del rischio d’impresa e dei meriti.

La ricchezza del territorio la fanno i cittadini onesti che pagano per senso civico anche di fronte ai disservizi e alla malagestione e così sia.


Coordinamento Regionale Umbria Rifiuti Zero aps
 


--

Coordinamento Regionale Umbria Rifiuti Zero

http://rifiutizeroumbria.blogspot.com/

#RifiutiZeroUmbria - Sostienicnelle nostre iniziative, anche con un piccolo contributo su questo IBAN IT 44 Q 03599 01899 050188531897Grazie!

#Iscriviti QUI alla #Associazione COORDINAMENTO REGIONALE UMBRIA RIFIUTI ZERO (CRU-RZ) 

Sottoscrivi la Newsletter di RifiutiZeroUmbria 

=> Seguici su Blogger 
https://twitter.com/Cru_Rz
=> Seguici su Telegram 
http://t.me/RifiutiZeroUmbria
=> Seguici su Youtube 


mercoledì 16 novembre 2022

Gestione dei rifiuti – le preoccupazioni di Cittadinanzattiva Spoleto e Comitato Rifiuti zero



Il famigerato “Piano industriale VUS 2022-203”, presentato in Consiglio comunale, piano segretato e non disponibile fino all’ultimo minuto, (non dico per noi che l’avevamo richiesto con un accesso agli atti, negato), ma sembra neppure per i soci stessi, è stato votato a larghissima maggioranza, con pochissime eccezioni, tra cui l’astensione del Comune di Spoleto. 


Ci domandiamo come possano i comuni soci di questa società a capitale pubblico, avallare, i continui insuccessi e fallimenti degli obiettivi perpetrati, votando positivamente un piano che sarà attivo fino al 2031, di una società il cui contratto scade nel 2027 e con la previsione di gestore unico in tutta la regione entro pochi anni.

Ci domandiamo anche quali vantaggi possa avere il comune di Spoleto a rimanere socio, in quando risulta il comune (sopra i 10.000 abitanti) maglia nera dell’Umbria per la percentuale di riciclo dei rifiuti, con scarsa qualità del servizio di raccolta, di spazzamento e di informazione e formazione  ai cittadini, con tariffe aumentate e nessun rispetto come socio.

Ci saremmo aspettati che in Consiglio comunale fossero venute fuori tante domande … 

Come spendete gli 8.000.000 di euro che il comune di Spoleto vi elargisce ogni anno? 

Come restituite i soldi incassati dalla vendita dei materiali riciclati nel comune di Spoleto?

Come risanate le continue inadempienze fatte fino ad ora, in termini scarsa percentuale di raccolta differenziata e utilizzo della discarica di Sant’Orsola?

Quali sono i motivi per cui avete un buco di bilancio cosi elevato?

Dove sono le quote che ogni comune si era impegnato a versare per l’utilizzo della discarica di Sant’Orsola?

Domande che rigiriamo noi al Presidente della VUS.

Cosa cambierà con questo piano industriale che necessita di 54 milioni di euro, (da aggiornare visto la crisi energetica), di cui la metà per sanare i debiti e gli altri per investimenti? Dall’illustrazione ci sembra un piano vecchio, in linea con il modus operandi adottato da 20 anni a questa parte. La novità, lo slogan “La raccolta differenziata da oggi è più semplice” - Più semplice per chi? Per i cittadini delle zone dove veniva fatta, anche se in maniera scadente, che si sono visti dimezzare il servizio? O per i cittadini che dovranno iniziare a farla senza adeguata formazione?

La formazione dei cittadini è il punto fondamentale!

Eppure sarebbe stato semplice copiare le buone pratiche di molte città italiane, dove la raccolta differenziata viaggia sopra la soglia dell’80%, dove i cittadini insieme al gestore e al comune hanno uno stesso obiettivo, dove i comuni virtuosi sono in grado di applicare la VERA TARIFFA PUNTUALE e soprattutto dove s’incamerano i proventi della vendita dei rifiuti riciclati. Proventi che consentono di alleviare in modo cospicuo i costi del servizio di raccolta.

Da qualche settimana c’è stata in città la magica apparizione di un’isola ecologica informatizzata, in pratica un ritorno al vecchio cassonetto degli anni 80/90 modernizzato dall’apertura con scheda magnetica e sistema di peso dei rifiuti. A leggere sui social, sembra siano molti i cittadini affascinati da questo sistema, peccato però che in molti comuni dove è stato adottato, stiano tornando alla raccolta  porta a porta, come nel modenese (siamo in grado di fornire dati espliciti sul fallimento delle Isole Poco-Ecologiche). Nel comune di Bastia Umbra dove funzionava a pieno ritmo la porta a porta, con ottimi risultati, questi cassonetti “intelligenti” hanno  portato solo svantaggi, costi di manutenzione, il ritorno di discariche a cielo aperto.  Chi ha commissionato e pagato l’ isola ecologica informatizzata?

Questo sistema abbassa l’indice di riciclo dei materiali, deresponsabilizza i cittadini, perché non c’è controllo del rifiuto immesso,  il rischio è  che  possa diventare più produttivo incenerire la tanta frazione impura, che ne deriva, piuttosto che riciclarla.

E un inceneritore, seppur di ultima generazione inquina e non elimina le discariche.

Siamo stanchi dei continui disservizi, stanchi  dello sperpero dei nostri soldi! Siamo seriamente preoccupati di queste scelte, la diminuzione dei passaggi di raccolta rifiuti e la presenza delle isole ecologiche informatizzate rischiano di disamorare ancora di più i cittadini ad una raccolta corretta.

Lanciamo un appello ai cittadini: è indispensabile ridurre i rifiuti e fare una raccolta differenziata corretta - un po’ di sacrificio vale un ambiente sano e la salute nostra e quella dei nostri figli! In assenza di una programmazione da parte del  comune di un’attività formativa per i cittadini, noi  Associazioni ci faremo carico di questa attività su tutto il territorio comunale.

Restiamo in attesa di riscontro dalla VUS rispetto alle nostre domande dall’Assessore Agnese Protasi, di un incontro propedeutico all’organizzazione dell’ Osservatorio sui rifiuti (composto da associazioni, rappresentanti delle imprese, cittadini e membri del consiglio comunale di entrambi gli schieramenti), per monitorare periodicamente il servizio della VUS,

Dai Sindaci del Sub ambito 3 rispetto al servizio della VUS e ai vantaggi per i loro cittadini

e infine una provocazione al Sindaco  e all’Assessore Protasi valutiamo la possibilità di  una gestione in house del servizio nel comune di Spoleto, ne potremmo avere solo vantaggi!

Cittadinanzattiva Assemblea di Spoleto

Comitato rifiuti zero Spoleto

 


lunedì 25 luglio 2022

Monnezza a Spoleto

Monnezza a Spoleto: Evento on line - Sabato 30 Luglio 2022 - ore 12.00

 



Partecipano:
Marco Capoccia, per "Rifiuti Zero".
Agnese Protasi, Assessore all'Ambiente di Spoleto .
Paola Giulivi, per Cittadinanzattiva.

Diretta streaming sabato 28 luglio ore 12.00 (clicca qui)

venerdì 22 luglio 2022

LA PARTECIPAZIONE PER IL NUOVO PIANO RIFIUTI


Leggiamo con stupore che l’assessore all’ambiente il sig. Roberto Morroni, nello stile della politica moderna, ha convocato comuni, associazioni di categoria e sindacati per attivare la cosiddetta partecipazione.


In effetti la politica moderna ti fa partecipare, come si dice in Umbria, “a cose fatte”. Il piano di gestione rifiuti, dopo una lunga analisi di una specializzata commissione è già stato fatto e deciso, partorendo lo stesso identico piano del 2009, compresa la volontà di costruire un’altra cattedrale nel deserto chiamata inceneritore, un piano per arrivare ad una raccolta differenziata del 75% entro i 2030 in barba a tutti i discorsi di economia circolare, salute e benessere. Obiettivi ridicoli che dovevano essere arrivati già 10 anni fa con la qualità della raccolta espressa dall’indice di riciclo attualmente intorno al 58% e pianificato modestamente al 65%.

La cosa che stupisce ancora è il fatto che l’assessore delle “cose fatte”, oltre a chiamare i soggetti dopo aver deciso tutto, chiama quelli di suo gusto, magari i più tranquilli che non creano polemiche o opposizioni al piano studiato da esperti.

Quanto affermato sopra è confermato dal fatto che il Coordinamento Regionale Umbria Rifiuti Zero, a nome di 40 associazioni del territorio umbro, nel 2020 presentò alla presidente Tesei, all’assessore Morroni e all’AURI una dettagliata proposta per la gestione virtuosa dei rifiuti. All’epoca questo nuovo piano regionale rifiuti ancora non era stato nemmeno impostato e quindi si sperava che la proposta poteva essere presa in considerazione in virtù del fatto che all’interno si presentavano dati e argomenti oggettivamente funzionanti in molte regioni italiane.

Non sappiamo se il sig. Roberto Morroni lo abbia mai letto, se lo ha fatto probabilmente è rimasto stupito del fatto che si citavano dati e riferimenti concreti che avrebbero spaventato anche una commissione scientifica che doveva decidere il da farsi.

E allora le domande sorgono spontanee:

Come mai non siamo stati chiamati per la partecipazione dopo le sperticate promesse?
Saremmo stati di intralcio?
Forse il nostro piano è troppo virtuoso e a favore dei cittadini che pagano Tari da salasso?
Sono così inconfutabili i dati della nostra proposta tanto da scardinare un piano regionale pessimo?

Caro assessore sig. Roberto Morroni, la partecipazione è un’altra cosa, e se pensa che il metodo usato da Lei serva per metterci in disparte, sappia che noi saremo sempre presenti e a favore dei cittadini, stanchi di proposte insalubri e sconvenienti per la popolazione. Parteciperemo e promuoveremo tutte le proteste (visto che la proposta l’abbiamo già fatta) che da qui in poi si organizzeranno per l’avvio di un piano sconveniente, per nulla circolare e inquinatore.


Coordinamento Regionale Umbria Rifiuti Zero aps

Anna Rita Guarducci

presidente p.t.

#RifiutiZeroUmbria @Cru_rz #DONA


#Iscriviti QUI alla #Associazione COORDINAMENTO REGIONALE UMBRIA RIFIUTI ZERO (CRU-RZ) 

domenica 26 giugno 2022

 



A spasso tra i rifiuti

Abbiamo letto con molto interesse gli articoli sulla task force fatta dalla polizia municipale e la Vus per combattere gli “zozzoni” che sporcano la città e che creano discariche abusive. È giusto punire chi sporca!

In questa drammatica situazione di incuria in cui versano  la nostra città e le frazioni sarebbe altrettanto giusto punire la VUS, il massimo responsabile di questa situazione. Possibile che tutti i comuni del sub ambito 3 siano soddisfatti dell’operato della VUS tanto da approvare il piano industriale 2022-2031? Neppure un accesso agli atti è servito ad avere questo documento,  approvato il 1 giugno c.a.,  la Valle Umbria Servizi spa ha presentato una opposizione alla nostra richiesta, rispondendo che non è un documento soggetto a pubblicazione!

Ogni anno  noi cittadini  di Spoleto paghiamo una cifra che si aggira intorno agli 8.000.000 di euro alla VUS per avere solo disservizi, basta aprire i social e leggiamo di segnalazioni di  immondizia in ogni dove, anche nel centro storico, dove per ora brulicano i turisti o basta fare una passeggiata nella zona di San Giovanni di Baiano, Baiano e San Martino in Trignano dove da tempo non vengono svuotati i cassonetti del vetro (vedi l’ampia documentazione fotografica) o dove si preferisce  togliere i   cassonetti che strabordano di pannoloni invece di fare un censimento del fabbisogno e provvedere in modo corretto a gestire il problema.

“Manca il personale” questo è il ritornello che sentiamo da decine di anni, molto strano per una compagine che annovera oltre 350 dipendenti!

Ci viene detto che se vogliamo la raccolta differenziata dobbiamo pagare di più, lo sostiene anche il nostro Assessore regionale all’ambiente, ma se  consideriamo  che una tonnellata di vetro, con i dovuti accordi con i consorzi di riciclo potrebbe fruttare dai 30 ai 40 euro (cosi per la carta dai 40 ai 140 euro, per la plastica dai 100 ai 230 euro, per il metallo, gli indumenti ecc..) non potremmo recuperare denaro differenziando bene e rivendendo i materiali, come fanno tante altre città?  

C’è qualcosa che non torna, tutti dovrebbero essere consapevoli che se fatta bene, la raccolta differenziata premia il cittadino, riducendo la tariffa ma  la VUS non ha nessuna intenzione a seguire questa linea, preferisce portare tonnellate e tonnellate di indifferenziato in discarica. Come mai?   

Con questi presupposti come possiamo pensare che potranno essere produttivi  il centro di raccolta e il  centro di riuso che dovrebbero essere realizzati a Santo Chiodo, con i finanziamenti del PNRR Umbria del costo 1.289.700 euro, che non dimentichiamo andrà  restituito  all’ Unione Europea.  Come possiamo stare tranquilli?

Avremmo voluto vedere un’alzata di scudi da parte dei 22 comuni contro la Valle Umbria Servizi, non questa silente accettazione!

 

                                               Cittadinanzattiva Spoleto e Comitato rifiuti zero Spoleto No inceneritori