martedì 3 dicembre 2013

Petizione contro la produzione e la combustione di CSS in Umbria




http://firmiamo.it/nocssumbria

Ci troviamo di fronte ad un passaggio cruciale della gestione del ciclo dei rifiuti dal momento che il Consiglio Regionale Umbro sta per approvare le linee di indirizzo del nuovo Piano Regionale dei Rifiuti.
Noi riteniamo necessario arrivare al più presto ad una risoluzione delle ambiguità che ancora pesano sulle scelte che le Istituzioni locali adotteranno nei prossimi mesi.
Siamo convinti che l’unica strada percorribile sia quella tracciata dalla strategia “Rifiuti Zero”, già prevista nel DAP approvato ad inizio anno, che implica l’esclusione definitiva del ricorso all’incenerimento, in linea con le scelte del nuovo Piano d’Ambito del territorio Ternano.
Tuttavia il Partito dell’incenerimento è sempre attivo e ripropone, saldando interessi economici e politici, pubblici e privati, l’ipotesi della produzione di combustibile solido secondario (CSS) ottenuto dai rifiuti, da utilizzare in cementifici, centrali termoelettriche, ecc, in parziale sostituzione dei combustibili fossili.
L’utilizzo del CSS, formato dalla frazione secca dell’indifferenziato ma che può contenere, fra l’altro, plastiche, gomme sintetiche o pneumatici fuori uso (per alzarne il potere calorico), si basa sull’escamotage dell’ex ministro dell’Ambiente Clini che ha tolto l’etichetta (ed i vincoli) di prodotto da rifiuti ai precedenti CDR e CSS e conferito ai CSS-COMB la denominazione di combustibili, con la possibilità di varcare i confini regionali per essere bruciati in tutto il territorio nazionale.
Come già avvenuto nelle peggiori esperienze del passato, anche questa operazione poggia le sue fondamenta sul finanziamento distorto degli eco-incentivi statali per la produzione di energia da fonti rinnovabili e, sinceramente, facciamo molta fatica a pensare al css come ad una fonte rinnovabile...
Questi combustibili, definiti incredibilmente dall’Assessorato all’Ambiente e dall’Arpa Regionale “misure verdi” e “nuove alternative”, hanno effetti nocivi sull’ambiente e sulla salute ampiamente documentati e conseguenze inevitabilmente negative sulla raccolta differenziata e sulla riduzione della produzione dei rifiuti.
La scelta dell’abbandono definitivo dell’incenerimento in ogni sua forma, è resa ancora più urgente dai risultati, pubblicati a Luglio sulla rivista scientifica Lancet, che dimostrano (con dati raccolti su un campione di 400.000 persone di nove paesi europei, monitorate consecutivamente per tredici anni) come l’Italia sia la maglia nera sul versante dell’inquinamento atmosferico e come questo sia un fattore fondamentale per il rischio di tumore al polmone e di malattie cardiocircolatorie.
Non possiamo più accettare che l’incenerimento dei rifiuti (comunque denominati) venga presentato, in modo falso e strumentale, come alternativo al conferimento in discarica.
Noi sosteniamo, invece, che esiste una terza via, reale, percorribile e conveniente, a condizione che vi sia la volontà politica di intraprenderla, che consiste nel potenziamento della raccolta differenziata (ferma nella nostra Regione a livelli inaccettabili), la riduzione della produzione dei rifiuti a monte e la loro tracciabilità. Misure che, accompagnate da una serie di processi virtuosi, possono portare alla concreta realizzazione dell’obiettivo “Rifiuti Zero entro il 2020”: una strada già approvata o in corso di approvazione da parte di diversi Comuni dell’Umbria (Umbertide, Città della Pieve, Narni, Terni…) e sottoscritta da 6500 ternani.
Per percorrerla fino in fondo è indispensabile dotarsi di moderni impianti di trattamento meccanico biologico per il massimo recupero di materia prima seconda dall’indifferenziato (la cui produzione va progressivamente ridotta fino alla completa eliminazione) e la costruzione di poli del riciclo e del riuso che, coinvolgendo l’imprenditoria locale e giovanile, possano sfruttare la “risorsa rifiuti” estratta da quelle ricche miniere urbane che sono diventate le nostre città.
“Rifiuti Zero” e CSS non sono due opzioni tecniche fra loro indifferenti, ma due scelte la cui sostanza è politica, economica ed ambientale.
Per impedire che il Piano Regionale dei rifiuti del 2013 sia addirittura peggiorativo rispetto a quello del 2009 e si ponga al servizio di interessi contrastanti con quelli della collettività, è necessaria una grande mobilitazione regionale. Una mobilitazione che preveda iniziative di informazione dei cittadini sui pericoli legati alla “soluzione CSS” e che possa portare ad una manifestazione regionale .
Per questo ci siamo costituiti in un Forum cui hanno aderito a Terni singoli cittadini, associazioni, forze politiche. Chiediamo di sottoscrivere il nostro appello, mandando la propria adesione, e di portare il proprio contributo.
L’intento è di creare una rete tra tutti quei soggetti che credono che l’unica possibilità di una corretta gestione dei rifiuti non possa prescindere dall'abbandono di ogni forma di incenerimento.