martedì 10 maggio 2011

VINTA UNA BATTAGLIA, PUNTIAMO ALLA GUERRA, MA CHI SARA’ IL VINCITORE?

Comitato Rifiuti Zero, il Dott. Serravezza, Spoleto 5 Stelle, Legambiente e le opposizioni politiche riportano un importante risultato dopo l’incontro “partecipativo” di ieri sera al bocciodromo di San Giacomo.

Finalmente possiamo togliere il virgolettato al termine “partecipativo”, lo stesso Vicesindaco Lisci, nella sua nota introduttiva, ma anche il Sindaco Benedetti e il consigliere Piccioni, che aveva presentato la mozione approvata dal consiglio comunale lo scorso 14 aprile, hanno ammesso che di partecipativo, questo incontro, aveva ben poco. Loro stessi lo hanno definito un incontro informativo: nei piani dell’amministrazione e dell’azienda c’era la volontà di raccontarci quanto bello e quanto poco inquinante fosse un impianto a biomasse nel nostro territorio. Nulla di fatto, dietrofront della giunta che ha annunciato la convocazione di una commissione ad hoc per rivalutare tutto l’iter tecnico e procedurale dell’impianto.
Ma cosa ci aspetta ora? Quale sorte avrà questo progetto? Tutta la cittadinanza intervenuta, oltre 200 persone (un ringraziamento sentito ad ognuno di loro!), si è espressa chiaramente contraria all’installazione di un impianto a biomasse. Un impianto che, stando a quanto dichiarato dai tecnici portati dall’Azienda Pietro Coricelli, inquinerebbe come 10 tir Euro 5 in più in autostrada, ma l’obiezione viene da sé: i tir non si troverebbero in autostrada, ma sotto casa nostra dove i tir, oggi, non ci sono e funzionerebbero 24 ore su 24!

Diciamo pure che per quanto possano essere ottimi professionisti, i tecnici presenti ieri sera hanno soltanto contribuito ad irritare il pubblico presente. Prima hanno cercato di anestetizzarlo con una presentazione valanga dell’impianto e degli effetti positivi dell’utilizzo di energie rinnovabili (“anche il petrolio è rinnovabile, basta aspettare 20 milioni di anni”, come ha precisato un rappresentante del Movimento Spoleto 5 Stelle); poi, una volta compresa la preparazione tecnica e scientifica di chi si trovavano di fronte, non hanno fatto che sminuire gli effetti negativi di un impianto che, comunque, attua una combustione. Lo stesso Dott. Serravezza, portato dal Comitato Rifiuti Zero, ha puntualizzato lo stretto legame tra l’insorgenza di cause di tumori e fattori ambientali, come l’emissione in atmosfera di Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) e diossine, sia inequivocabile. Inoltre, è provato, che in alcuni soggetti geneticamente predisposti, queste sostanze siano capaci di arrecare danni alla salute già con concentrazioni modeste e, soprattutto, anche quando risultano essere entro i limiti di legge. 
Altrettanta importanza – sottolinea Serravezza - ce l’ha il fattore di accumulo delle sostanze: nano particelle come il PM10 anni fa non erano neanche monitorate, ora hanno dei limiti ben definiti perché si è scoperto essere nocive. Adesso è il momento del PM2,5, che attualmente viene solo monitorato, ma che lo stesso decreto legge 155/2010 pur stabilendo delle soglie, per il presente e come obiettivo futuro, sottolinea che non esiste un limite minimo per cui le PM2,5 non rappresentano un pericolo per la salute umana. Attenzione quindi ai limiti di legge!


Ma poi cosa sono i limiti di legge? Più volte, ieri sera, si ha avuto modo di ricordare come non sia la legge a dettare i ritmi della natura e le regole che la governano, basti pensare all’amianto, ai gas CFC, al DDT, tutti prodotti dell’uomo che in passato, anche molto prossimo, erano considerati assolutamente innocui, ma che con il tempo hanno dimostrato quanto la razza umana sia particolarmente predisposta ad autodistruggersi e a servirsi del proprio territorio come un parassita. Cosa spinge l’uomo a fare ciò? Il guadagno immediato e l’effimera convinzione che non sarà lui, e forse neanche i suoi nipoti o i suoi pronipoti, a pagarne le conseguenze. Purtroppo non è così.

Purtroppo oggi non si può transigere su chi ci parla di bisogno di energia, di impianti “ecosostenibili”,  di energie alternative: l’Italia consuma un terzo dell’energia disponibile in rete (dati Terna, 2010). Come sottolineato dal consigliere del Comitato Fabrizio Gentili, questo impianto non ha nulla a che fare con l’eco-sostenibilità: questo impianto ha il solo scopo di essere un investimento per un’azienda che fa il suo dovere da azienda, che deve sottostare alle leggi e che, come dichiarato dallo stesso Direttore Generale Lorenzo Coricelli, non avrebbe mai pensato di realizzare un’opera del genere senza i contributi del GSE e che si è avvalsa della lacuna legislativa per poter installare tre motori poco sotto 1 MWe di potenza al posto di uno da 3 MWe perché maggiormente incentivati.
È da chiederci se lavorare tra le maglie rotte della legislazione di settore per avere un arricchimento di pochi a discapito della salute di tanti, attraverso l’entrata degli incentivi direttamente prelevati dalle nostre bollette, rientra nel campo del legittimo guadagno da attività d’impresa! 


Forse sì, ma se l’azienda fa il suo “dovere” di azienda, se il legislatore lascia delle lacune, chi deve tutelare il cittadino? Gli enti locali! Bene, abbiamo assistito alla dichiarazione “ponzio pilatesca” del Direttore dell’ARPA, Dott. Segoni, che ha ufficialmente dichiarato che “…l’ARPA non si occupa di salute, è compito dell’ASL…”. Il pubblico in sala non credeva alle proprie orecchie, l’Agenzia Regionale per l’Ambiente che non si occupa della salute di chi quell’ambiente lo vive, ma allora che senso ha effettuare i monitoraggi? Che senso ha posizionare centraline? Che senso ha stabilire limiti?

Allora saliamo di livello e arriviamo all’amministrazione comunale: agli uomini votati dalla cittadinanza per garantire i propri diritti…ma i diritti di tutti e non solo quelli di alcuni! Qui arriva la nota dolente. Sindaco e Vicesindaco si sono dimostrati assolutamente impreparati sul tema, attenendosi alle norme che venivano dall’alto. Non si sono minimamente preoccupati di ciò che accadesse nel territorio che li aveva votati ed eletti anche come garanti della salute pubblica. In due anni di iter procedurale, e di continue interlocuzioni con gli uffici di Regione e Provincia, la seconda molto scettica sulla possibilità di asseverabilità dell’impianto a sola DIA;  dopo lo scottante caso della centrale a biomasse di Santo Chiodo, a causa del quale nostri concittadini si sono fatti già martiri e ne stanno ancora pagando le conseguenze in sede legale; non hanno potuto che rispondere, insistentemente invitati dal pubblico rovente della sala, che devono approfondire il caso e che non conoscono di che tipo, e di quale forgia, siano le emissioni dell’impianto in oggetto. Quindi, con notevole imbarazzo, come già detto in apertura, hanno promesso la convocazione di una commissione per lo studio del caso. Una commissione aperta anche al Comitato e al suo referente Dott. Serravezza che, va detto, ha aperto gli occhi su di un mondo dorato in superficie, ma lercio e incatramato al suo interno.

Questa la battaglia vinta. Però è stata vinta anche una guerra: la guerra all’indolenza della popolazione, la guerra al laisser faire, la guerra a chi crede che i cittadini non abbiano una loro opinione e non intendano partecipare.

Questo è il grande risultato che ci piace ricordare oggi, perché oggi c’è una centrale a biomasse, domani potrebbe esserci un inceneritore, domani ancora chissà cosa, ma nulla potrà essere più forte di una cittadinanza che è padrona del suo territorio, di una cittadinanza che vuole dire la sua, di una cittadinanza partecipe, cosciente e informata.


Il Comitato Rifiuti Zero è qui per promuovere questo tipo di coinvolgimento, perché così facendo, alla fine, ci saranno solo vincitori!

Salute!

[Comitato Rifiuti Zero Spoleto]

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