martedì 3 dicembre 2013

Petizione contro la produzione e la combustione di CSS in Umbria




http://firmiamo.it/nocssumbria

Ci troviamo di fronte ad un passaggio cruciale della gestione del ciclo dei rifiuti dal momento che il Consiglio Regionale Umbro sta per approvare le linee di indirizzo del nuovo Piano Regionale dei Rifiuti.
Noi riteniamo necessario arrivare al più presto ad una risoluzione delle ambiguità che ancora pesano sulle scelte che le Istituzioni locali adotteranno nei prossimi mesi.
Siamo convinti che l’unica strada percorribile sia quella tracciata dalla strategia “Rifiuti Zero”, già prevista nel DAP approvato ad inizio anno, che implica l’esclusione definitiva del ricorso all’incenerimento, in linea con le scelte del nuovo Piano d’Ambito del territorio Ternano.
Tuttavia il Partito dell’incenerimento è sempre attivo e ripropone, saldando interessi economici e politici, pubblici e privati, l’ipotesi della produzione di combustibile solido secondario (CSS) ottenuto dai rifiuti, da utilizzare in cementifici, centrali termoelettriche, ecc, in parziale sostituzione dei combustibili fossili.
L’utilizzo del CSS, formato dalla frazione secca dell’indifferenziato ma che può contenere, fra l’altro, plastiche, gomme sintetiche o pneumatici fuori uso (per alzarne il potere calorico), si basa sull’escamotage dell’ex ministro dell’Ambiente Clini che ha tolto l’etichetta (ed i vincoli) di prodotto da rifiuti ai precedenti CDR e CSS e conferito ai CSS-COMB la denominazione di combustibili, con la possibilità di varcare i confini regionali per essere bruciati in tutto il territorio nazionale.
Come già avvenuto nelle peggiori esperienze del passato, anche questa operazione poggia le sue fondamenta sul finanziamento distorto degli eco-incentivi statali per la produzione di energia da fonti rinnovabili e, sinceramente, facciamo molta fatica a pensare al css come ad una fonte rinnovabile...
Questi combustibili, definiti incredibilmente dall’Assessorato all’Ambiente e dall’Arpa Regionale “misure verdi” e “nuove alternative”, hanno effetti nocivi sull’ambiente e sulla salute ampiamente documentati e conseguenze inevitabilmente negative sulla raccolta differenziata e sulla riduzione della produzione dei rifiuti.
La scelta dell’abbandono definitivo dell’incenerimento in ogni sua forma, è resa ancora più urgente dai risultati, pubblicati a Luglio sulla rivista scientifica Lancet, che dimostrano (con dati raccolti su un campione di 400.000 persone di nove paesi europei, monitorate consecutivamente per tredici anni) come l’Italia sia la maglia nera sul versante dell’inquinamento atmosferico e come questo sia un fattore fondamentale per il rischio di tumore al polmone e di malattie cardiocircolatorie.
Non possiamo più accettare che l’incenerimento dei rifiuti (comunque denominati) venga presentato, in modo falso e strumentale, come alternativo al conferimento in discarica.
Noi sosteniamo, invece, che esiste una terza via, reale, percorribile e conveniente, a condizione che vi sia la volontà politica di intraprenderla, che consiste nel potenziamento della raccolta differenziata (ferma nella nostra Regione a livelli inaccettabili), la riduzione della produzione dei rifiuti a monte e la loro tracciabilità. Misure che, accompagnate da una serie di processi virtuosi, possono portare alla concreta realizzazione dell’obiettivo “Rifiuti Zero entro il 2020”: una strada già approvata o in corso di approvazione da parte di diversi Comuni dell’Umbria (Umbertide, Città della Pieve, Narni, Terni…) e sottoscritta da 6500 ternani.
Per percorrerla fino in fondo è indispensabile dotarsi di moderni impianti di trattamento meccanico biologico per il massimo recupero di materia prima seconda dall’indifferenziato (la cui produzione va progressivamente ridotta fino alla completa eliminazione) e la costruzione di poli del riciclo e del riuso che, coinvolgendo l’imprenditoria locale e giovanile, possano sfruttare la “risorsa rifiuti” estratta da quelle ricche miniere urbane che sono diventate le nostre città.
“Rifiuti Zero” e CSS non sono due opzioni tecniche fra loro indifferenti, ma due scelte la cui sostanza è politica, economica ed ambientale.
Per impedire che il Piano Regionale dei rifiuti del 2013 sia addirittura peggiorativo rispetto a quello del 2009 e si ponga al servizio di interessi contrastanti con quelli della collettività, è necessaria una grande mobilitazione regionale. Una mobilitazione che preveda iniziative di informazione dei cittadini sui pericoli legati alla “soluzione CSS” e che possa portare ad una manifestazione regionale .
Per questo ci siamo costituiti in un Forum cui hanno aderito a Terni singoli cittadini, associazioni, forze politiche. Chiediamo di sottoscrivere il nostro appello, mandando la propria adesione, e di portare il proprio contributo.
L’intento è di creare una rete tra tutti quei soggetti che credono che l’unica possibilità di una corretta gestione dei rifiuti non possa prescindere dall'abbandono di ogni forma di incenerimento.

venerdì 15 novembre 2013

La storia della pollina del gruppo Novelli



Spiace dirlo ma stavolta è proprio il caso: l’avevamo detto.

Ci riferiamo all’indagine della procura di Perugia relativa alla gestione non corretta di pollina, il concime organico ottenuto dal riciclaggio per trattamento industriale delle deiezioni degli allevamenti avicoli. La pollina è quella raccolta nell’impianto di Ciliano, proprio a Spoleto.

La notizia è passata nel silenzio più totale della città, nessuno pare essersi accorto di niente, è dovuta intervenire la direzione distrettuale antimafia di Perugia coadiuvata dai Carabinieri del NOE per far luce sulla gestione della pollina prodotta dal gruppo Novelli nel nostro territorio.
Secondo l’accusa il gruppo Novelli avrebbe «...ceduto, trasportato e gestito abusivamente ingenti quantitativi di rifiuti speciali non pericolosi costituiti da pollina».

Questo comitato si era fatto portavoce del grave pericolo derivante dal deposito di enormi quantità di pollina e dal loro sversamento nel suolo, senza essere ascoltati da chi amministra la città e dovrebbe avere a cuore le sorti del suo territorio.
Ora ci si augura che la cura non si riveli peggiore del male, ossia che non si passi dal deposito all’incenerimento all’interno dell’impianto già predisposto a tale fine, unico nel suo genere in Italia, anche per non aggravare una situazione ambientale già seriamente compromessa da anni di abusi incontrollati.

In funzione di questo nuovo scandalo, chiediamo all’amministrazione comunale di fare chiarezza nelle sedi opportune, nell’interesse dei cittadini e del territorio di Spoleto.


 Comitato rifiuti zero no inceneritori Spoleto

domenica 3 novembre 2013

Firma la petizione contro la combustione dei rifiuti e per Rifiuti Zero!




Insieme per la Giornata Mondiale Contro l’incenerimento dei rifiuti e per Rifiuti Zero promossa per l’8 Novembre da GAIA.
 
Grazie a tutti coloro che hanno dato il loro contributo sul progetto di petizione fatto la settimana scorsa. Abbiamo l’obiettivo di raggiunguiere sottoscrizioni da parte di 250 organizzazioni di tutto il mondo! Vi preghiamo di firmare per portarci più vicini alla meta. Annunceremo i firmatari della petizione l’8 novembre, nell'ambito della Giornata Mondiale Contro l’incenerimento dei rifiuti e per Rifiuti Zero. Chiediamo anche a ciascuno di voi impegnarsi personalmente per reclutare 5 organizzazioni nel vostro paese per firmare su questa petizione. È possibile farlo inoltrando questa testo oppure condividere questo link su Facebook.
Grazie a tutti! Questa petizione aiuterà tutti noi a dimostrare in che modo i movimenti dal basso, la società civile e le associazioni ambientaliste si oppongono alla combustione dei rifiuti supportando il progetto Rifiuti Zero.
 
Mariel Vilella 
Climate Policy Campaigner GAIA
Global Alliance for Incinerator Alternatives
www.no-burn.org

venerdì 27 settembre 2013

Deposito firme proposta di legge rifiuti zero





Lunedì 30 settembre ore 10,30 in piazza Montecitorio, si terrà un incontro con i vari coordinamenti regionali per testimoniare la piena soddisfazione per le ottantamila firme raccolte in tutta Italia.
Il programma prevede un “flash mob”, la conferenza stampa in piazza per l'annuncio e la foto della magnifica "piramide" di scatole piene di firme che successivamente saranno consegnate agli uffici preposti.

Alle ore 12 una ristretta delegazione del coordinamento nazionale legge rifiuti zero incontrerà la Presidente Laura Boldrini per un breve annuncio ed accenno alla valenza di questa legge di iniziativa popolare in un momento in cui la politica sembra sempre meno attenta alla vita reale dei cittadini ed alle nostre aspettative.


Grazie a tutti !!!!

giovedì 22 agosto 2013

Cittadinanzattiva Umbria, Comitato rifiuti Zero Spoleto No Inceneritori e Legambiente Umbria su VUS e ATI3: i Sindaci dell'ATI3 privatizzano la VUS, ma continuano a parlare solo di esternalizzazione dei servizi. Va immediatamente azzerata la dirigenza politica e tecnica della VUS e dell'ATI3





"Siamo di fronte al peggior esempio di politica e gestione tecnica dei rifiuti – è il commento di Cittadinanzattiva Umbria, Comitato Rifiuti Zero Spoleto No Inceneritori e Legambiente Umbria alla lettura della delibera 11 bis del 3 luglio approvata dai sindaci dell'ATI3 e scovata in questi giorni dalle tre associazioni tra i documenti pubblicati nel sito di ATI3 che insieme alle delibere n. 12 e n.13 definiscono le modalità ed i termini della privatizzazione della VUS – L'assemblea dell'ATI 3 ha approvato con voto unanime la privatizzazione della VUS Spa, ma sui comunicati stampa e la lettera in risposta alla diffida dell'Osservatorio Rifiuti Valle Umbra Sud continuano a parlare solo di esternalizzazione di alcuni servizi per consentire di recuperare il ritardo accumulato nella gestione dei rifiuti".
Lo scorso luglio, Cittadinanzattiva, Comitato Rifiuti Zero Spoleto No inceneritori e Legambiente, tutte associazioni che hanno dato vita all'Osservatorio Rifiuti Valle Umbra Sud, hanno inviato una diffida all'ATI3 e ai Sindaci del territorio Foligno Spoleto Valnerina chiedendo di porre in atto ogni intervento utile ad assicurare il raggiungimento dei limiti di raccolta differenziata fissati dal Piano di Ambito e di garantire il pieno rispetto di quanto indicato nel documento. Le associazioni chiedevano anche di chi fossero le responsabilità del mancato raggiungimento degli obiettivi imposti dalla legge, perché ai responsabili sarebbero dovuti essere attribuiti tutti gli oneri economici derivanti dall'applicazione delle sanzioni da parte della Regione ed i maggiori costi sostenuti dai Comuni per il conferimento in discarica dei rifiuti indifferenziati.
"Con una lettera, poi resa pubblica anche con un comunicato stampa, la VUS ci ha risposto che gli scarsi risultati – continuano le associazioni - sono dovuti al DL Monti sulla spending review e quindi all'impossibilità di assumere 55 nuove unità lavorative e 35 stagionali. Ridicole giustificazioni soprattutto se si tiene in considerazione la cronologia degli eventi fatta dalla VUS stessa. La VUS ci dice che il progetto di raccolta porta a porta dei rifiuti approvato nel 2007 era da realizzarsi per step anno dopo anno fino ad arrivare nel 2012 a servire 42.000 nuclei familiari, pari a circa l'80% della popolazione. Il decreto Monti è stato approvato a luglio del 2012 e a quella data la raccolta differenziata dell'ATI3 non si avvicinava proprio a quel 65% previsto dalla legge al 31 dicembre 2012 (l'ATI3 ha raggiunto solo il 38,55% nel 2012). Quindi dal 2008 al 2011 quando c'erano ancora alcuni margini per assumere che cosa hanno fatto l'ATI3 e la VUS? E come mai non si è pensato mai nemmeno ad una razionalizzazione del personale visto che al 2011 la VUS aveva 254 operai su un totale di 394 dipendenti? Non è che forse già allora si aspettava l'entrata del socio privato cosi' come previsto dalla legge, opzione poi rientrata con i referendum e l'affidamento "in house"? Sappiamo infatti bene che un aumento di personale per una raccolta differenziata spinta non era per nulla ammortizzato ne' dalle tariffe dei comuni (Spoleto e molti altri sempre a TARSU non hanno mai gradualmente aumentato i costi) ne' dal basso costo della discarica. E solo ora che differenziare "conviene" (visto l'alto costo della discarica e la TARES che dovrebbe coprire tutti i costi..), si decide per l'ingresso del socio privato anche con il beneplacito delle organizzazioni sindacali e senza minimamente coinvolgere i cittadini. Non bastano l'esternalizzazione ed una virtuosa gestione interamente pubblica?"
"Dopo aver dimostrato una totale incapacità, con una raccolta differenziata tra le più basse della regione e una discarica stracolma e non più utilizzabile– concludono Cittadinanattiva, Comitato Rifiuti Zero di Spoleto e Legambiente – ci vengono a dire che non è colpa loro e che la soluzione sta nella privatizzazione della VUS. Noi rispondiamo che il privato non è la cura alla mala gestione, occorrono invece persone competenti e responsabili, che hanno a cuore gli interessi della collettività e una gestione virtuosa del ciclo dei rifiuti. Per questo ribadiamo la nostra assoluta contrarietà a qualsiasi possibilità di privatizzazione della VUS e chiediamo l'immediato azzeramento di tutta la dirigenza politica e tecnica dell'ATI 3 così come quella della VUS." 

mercoledì 14 agosto 2013

CSS nei cementifici altro studio che induce alla massima precauzione







Per chi avesse ancora dubbi sulla pericolosità di bruciare i rifiuti nelle cementerie, esiste uno studio pubblicato da ENVIRONMENTAL HEALTH  che in sintesi specifica quanto segue:

“CHI VIVE ENTRO 3 CHILOMETRI DA UN CEMENTIFICIO CHE BRUCIA RIFIUTI HA UN AUMENTATO RISCHIO DI AMMALARSI DI UN LINFOMA NON-HODGKIN”

Pubblicazione completa:  http://www.biomedcentral.com/content/pdf/1476-069X-12-20.pdf

Noi cittadini abbiamo o no il diritto ad appellarci al PRINCIPIO di PRECAUZIONE?

Siamo tenuti all'oscuro di tutto ciò e nessuno si preoccupa della nostra salute. Si continua a dare autorizzazioni a bruciare rifiuti senza verificare quanti danni porta questa sciagurata scelta. Invitiamo tutti i cittadini a firmare per la legge "Rifiuti Zero" (http://www.leggerifiutizero.it/testo-della-legge) che al momento risulta l'unico modo per evitare di bruciare i rifiuti nelle cementerie.

giovedì 8 agosto 2013

Raccolta Firme Legge Rifiuti Zero




Il comitato Rifiuti Zero No Inceneritori di Spoleto sostiene la legge nazionale di iniziativa popolare Rifiuti Zero (www.leggerifiutizero.it).

Continuiamo quindi la campagna per la raccolta firme, per questo abbiamo allestito un banchetto per la raccolta delle firme per:

Domenica 11 agosto, dalle 09 alle 13 e dalle ore 15.30 alle ore 19.30 in corso Mazzini (largo Ferrer) in occasione del mercatino dell'usato

Per cambiare serve anche la tua firma (porta un documento di riconoscimento).

Sostieni la campagna di raccolta firme, gli incaricati del comitato sono a disposizione per spiegare l'oggetto della legge.

Questa legge è una delle armi per evitare che il decreto legge sul CSS consenta di bruciare i rifiuti nelle cementerie. Aiutaci ad evitare un nuovo scempio.

Sarà possibile rinnovare la tessera del comitato per l'anno 2013.


giovedì 18 luglio 2013

RIFIUTI BRUCIATI NEI CEMENTIFICI, E LE CENERI?




Come ormai tutti sapete l'Italia ha varato nuove normative che permettono di bruciare i rifiuti (CSS) nei cementifici.
Più volte ci siamo detti contrari a questo modo di trattare i rifiuti perché si distrugge materia prima inquinando l'aria. C'è anche un'altro motivo per essere contrari a questo sistema:ci sono buone probabilità che una parte delle ceneri finisca nel cemento.

A questo link trovate un video del Prof. Montanari che parla proprio di questo argomento.


http://www.youtube.com/watch?v=V5dZzJ095Q8







mercoledì 10 luglio 2013

Raccolta firme Legge Rifiuti Zero




Il comitato Rifiuti Zero No Inceneritori di Spoleto sostiene la legge nazionale di iniziativa popolare Rifiuti Zero (www.leggerifiutizero.it).

Iniziamo quindi la campagna per la raccolta firme, per questo abbiamo allestito un banchetto per la raccolta delle firme per:

Domenica 14 luglio, dalle 09 alle 13 e dalle ore 15.30 alle ore 19.30 in corso Mazzini (largo Ferrer) in occasione del mercatino dell'usato

Per cambiare serve anche la tua firma.

Sostieni la campagna di raccolta firme, gli incaricati del comitato sono a disposizione per spiegare l'oggetto della legge.

Questa legge è una delle armi per evitare che il decreto legge sul CSS consenta di bruciare i rifiuti nelle cementerie. Aiutaci ad evitare un nuovo scempio.

Sarà possibile rinnovare la tessera del comitato per l'anno 2013.

Comitato Rifiuti Zero No Inceneritori Spoleto

giovedì 4 luglio 2013

ATTO DI MESSA IN MORA E DIFFIDA NEI CONFRONI DELLA V.U.S., DELL'ATI3 E DEI COMUNI ASSOCIATI


Si è svolta questa mattina (giovedì 4 luglio) la conferenza stampa indetta dall’L’Osservatorio Rifiuti Valle Umbra Sud, formato dalle associazioni Cittadinanzattiva Assemblea di Foligno, Cittadinanzattiva Assemblea di Spoleto, Legambiente Circolo di Foligno, Legambiente Circolo di Spoleto, Comitato Rifiuti Zero Spoleto No inceneritori.
L’oggetto della conferenza stampa è stato l’atto di messa in mora e diffida nei confronti della V.U.S., dell’ATI3 e di tutti i comuni associati alla stessa in merito alla gestione dei rifiuti e della raccolta differenziata.

Di seguito il testo integrale della diffida:

ATTO DI MESSA IN MORA E DIFFIDA

L’Osservatorio Rifiuti Valle Umbra Sud, formato dalle associazioni Cittadinanzattiva Assemblea di Foligno, Cittadinanzattiva Assemblea di Spoleto, Legambiente Circolo di Foligno, Legambiente Circolo di Spoleto, Comitato Rifiuti Zero Spoleto No inceneritori, nelle persone dei rispettivi legali rappresentanti Giuseppe Mondi, Guido Grossi, Gianfranco Anzuideo, Francesco Simone Forlani e  Marco Capoccia;

PREMESSO CHE

L’Osservatorio Rifiuti Valle Umbra Sud è stato costituito dalle predette associazioni allo scopo di esercitare attività di sorveglianza e controllo pubblico, diffuso e continuativo sulle modalità di gestione del ciclo dei rifiuti nella Valle Umbra Sud ed, in particolare, sotto il profilo della rispondenza delle modalità concrete di esercizio della predetta attività alle normative comunitarie,  nazionali vigenti e regionali vigenti ed agli strumenti di programmazione quali il Piano Regionale Gestione Rifiuti (PRGR) e il Piano d'Ambito (PdA).
L’Osservatorio Rifiuti Valle Umbra Sud e le singole associazioni, gruppi informali e cittadini consapevoli che ne fanno parte, ritengono opportuno e necessario monitorare le strategie e le azioni intraprese dalle istituzioni locali e dal soggetto gestore del servizio al fine di verificare il rispetto della “tabella di marcia” approntata per il raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata posti dall’art. 205 del D.Lgs. n. 152/06 e s.m.i. In particolare, la predetta normativa prevedeva il raggiungimento entro il 31/12/2012 di un livello di raccolta differenziata pari al 65% della quantità totale di rifiuti prodotti.
Allo scopo di porsi come soggetto propositivo e non solo critico, l’Osservatorio Rifiuti Valle Umbra Sud vuole essere di stimolo affinché si sviluppino buone pratiche per potenziare o iniziare specifici progetti a servizio delle comunità locali e del territorio, ossia azioni dirette a ridurre la quantità dei rifiuti, migliorare la qualità della frazione organica raccolta, creare percorsi di filiera per la plastica, gli oli esausti, etc. Quanto precede anche al fine di salvaguardare ed adeguatamente valorizzare la natura “pubblica” (quantomeno sotto il profilo della composizione del capitale sociale) del soggetto gestore.
La governance della VUS spa e molti degli amministratori degli enti locali soci attribuiscono ai rigidi vincoli normativi, imposti sulle gestioni in house dei servizi pubblici locali, le cause degli scarsi investimenti effettuati nelle risorse umane e strumentali necessarie al fine di ottimizzare la raccolta differenziata mediante un efficiente sistema di porta a porta esteso a tutto il territorio servito dalla VUS spa.
In proposito non si può non osservare che i vincoli della vigente normativa si applicano a tutti i comuni italiani ed a tutte le gestioni in house, anche a quelle come il comune di Salerno che ha da tempo raggiunto livelli altissimi di RD superiori anche al 70%. È altrettanto vero, di contro, che il Comune di Spoleto ha recentemente reso nota la propria volontà di destinare le attuali risorse economiche per la raccolta porta a porta a finanziare il trasporto dei rifiuti alla discarica di Borgo Giglione.
L’Osservatorio Rifiuti Valle Umbra Sud ha in più occasioni avanzato, alle amministrazioni competenti ed alla VUS spa, richiesta di accedere alla documentazione amministrativa relativa al servizio di raccolta dei rifiuti e di avere informazioni e chiarimenti sulle strategie ed i progetti per il raggiungimento degli obiettivi di RD previsti dalla legge, ricevendo però a riguardo scarsi riscontri e rilevando soprattutto una mancata disponibilità a cambiare strategia. Quanto precede rappresenta un chiaro segnale di chiusura da parte dell'amministrazione pubblica e dei suoi enti strumentali rispetto alle istanze di partecipazione e di coinvolgimento avanzate dalla società civile, di cui l'Osservatorio Rifiuti Valle Umbra Sud è chiara e qualificata espressione.
In questo clima di chiusura da parte degli Enti locali e della VUS spa non resta altra strada che quella di porre in essere una forte e clamorosa iniziativa volta a richiamare tutti i livelli istituzionali e, in generale, i soggetti a vario titolo coinvolti al rispetto della legge ed ad una chiara assunzione di responsabilità che implichi un reale cambio di rotta

VISTO

-        l’articolo 11 della Direttiva 19 novembre 2008 n.2008/98/CE a norma della quale ‘gli Stati membri adottano misure intese a promuovere il riciclaggio di alta qualità e a tal fine istituiscono la raccolta differenziata dei rifiuti’. Tale attività deve avvenire attraverso ‘la costituzione ed il sostegno di reti di riutilizzo e di riparazione, l’uso di strumenti economici, di criteri in materia di appalti, di obiettivi quantitativi o di altre misure’;
-        il D.Lgs. 205/2010 (‘Disposizioni di attuazione della direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008 relativa ai rifiuti e che abroga alcune direttive’) e, in particolare, i suoi articoli n. 7 e 21 i quali prevedono che l’obiettivo di economicità può e deve avvenire attraverso l’affidamento esclusivo della gestione della raccolta differenziata ai Comuni nel territorio dei quali la raccolta medesima deve svolgersi;
-        l’articolo 205, il comma 1, del D.Lgs 152/2006 (T.U. in materia ambientale), che impone in ogni Ambito Territoriale Ottimale debba essere assicurata una raccolta differenziata dei rifiuti urbani pari alla percentuale minima del 65% dei rifiuti prodotti entro il 31 dicembre 2012;
-        l’articolo 205, comma 3, del D.Lgs. 152/2006 in cui sono previste gravi sanzioni per quei Comuni che non raggiungono gli obiettivi indicati al precedente comma 1, ossia un'addizionale del venti per cento al tributo di conferimento dei rifiuti in discarica a carico dell'Autorità d'ambito, nel caso in cui a livello di ambito territoriale ottimale non siano conseguiti gli obiettivi minimi previsti;
-        l’articolo 198 del D.Lgs. 152/2006 che impone al Comune di concorrere a disciplinare la gestione dei rifiuti con apposito regolamento che, tra l’altro, stabilisca le misure necessarie ad ottimizzare le forme di conferimento della raccolta differenziata;
-        la Legge Regionale n. 11 del 13 maggio 2009 che, all'art 3, impone alla Regione di:
o    verificare il raggiungimento dell'obiettivo di cui all’art. 198 del D.Lgs. 152/2006, obiettivo peraltro così prefissato anche dalla stessa Legge Regionale all'art. 20;
o    irrogare sanzioni agli ATI in funzione dei risultati di raccolta differenziata conseguiti dai Comuni. In particolare, in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi come individuati dal T.U. del 2006 e dalla Legge Regionale, la Regione deve applicare a ciascun ATI una sanzione da euro 2 a euro 5 per ogni tonnellata di rifiuti avviati a smaltimento in eccedenza rispetto agli obiettivi prefissati (art. 21);
all'art 7, assegna ai Comuni le funzioni di controllo sul corretto conferimento da parte dei cittadini dei rifiuti e di promozione e conclusione di accordi con organismi pubblici e privati al fine di garantire una maggiore efficacia alle azioni e agli interventi volti alla raccolta dei rifiuti;
all’art. 8 impone all’ATI l’obbligo, tra l’altro, di organizzare il servizio di gestione integrata e di definire gli obiettivi da perseguire; di effettuare il monitoraggio sull’attuazione del piano d’ambito con particolare riferimento all’evoluzione dei fabbisogni ed all’offerta impiantistica disponibile e necessaria; di trasmettere alla Giunta Regionale entro il 31 marzo di ogni anno una relazione sullo stato di attuazione del piano di ambito;

CONSIDERATO

che se la Comunità d’Ambito è composta dai Comuni, l’ATI è, senza dubbio, un soggetto giuridico ed operativo diverso dai singoli Comuni che lo compongono; esso ha certamente competenze di organizzazione e coordinamento nella gestione dei rifiuti urbani, ma, per espressa norma di legge, permangono in capo ai Comuni competenze esclusive sulla raccolta differenziata che si affiancano a quelle esercitate dall'ATI.
Che anche in una recente sentenza della Corte dei Conti, Sez. Liguria (Sent. n. 83/2013), si è affermato che l'attribuzione dell'attività di gestione del servizio ad un soggetto terzo non esonera gli amministratori e i dirigenti amministrativi degli enti locali dall'obbligo di svolgere “legittime e doverose attività volte al miglioramento ed al costante monitoraggio del livello qualitativo e quantitativo del servizio di raccolta differenziata”. La medesima pronuncia della Magistratura contabile ha altresì affermato che è compito degli amministratori locali predisporre un'adeguata informazione agli utenti circa i vantaggi della raccolta differenziata per l'ambiente e la salute e coinvolgere attivamente gli stessi per una efficace gestione del servizio, mediante la prescrizione di azioni concrete in capo agli utenti e predisponendo opportuni controlli e conseguenti strumenti sanzionatori.
Che, a mente della sentenza della Corte dei Conti sopra citata, è configurabile una responsabilità patrimoniale in capo ad amministratori e dirigenti degli enti locali in solido con amministratori e dirigenti del soggetto gestore del servizio di raccolta dei rifiuti, per i danni provocati ai Comuni in conseguenza del mancato raggiungimento dei livelli di RD previsti dalla legge sotto il profilo dei costi sostenuti dagli enti per il conferimento in discarica dei rifiuti non differenziati.
Che la Valle Umbra Servizi è il gestore in house del servizio rifiuti che si occupa della raccolta, del trasporto e dello smaltimento dei rifiuti, dello spazzamento e, dopo la fusione con la società controllata CentroAmbiente Spa, della gestione degli impianti di smaltimento rifiuti.
Che ad oggi si registra la mancata estensione del servizio di raccolta differenziata porta a porta a tutte le Aree ad Intensità dei Comuni (a partire dai centri storici delle città) con domiciliazione della frazione organica, così come previsto dal Piano d’Ambito ATI 3 e meglio specificato dalla successiva integrazione approvata dall’assemblea ATI3 con deliberazione n. 4 del 28/03/2012.
Che alla data del 31.12.2012 nell'ambito territoriale n. 3 non è stato raggiunto (e non lo è tuttora) l’obiettivo minimo del 65% della raccolta differenziata imposto dalla vigente legislazione e che, pertanto, verranno inevitabilmente irrogate le sanzioni previste dalla legge in relazione al mancato raggiungimento del predetto obiettivo. Sanzioni che, verosimilmente, verranno scaricate sulle tariffe per lo smaltimento dei rifiuti a carico degli utenti e delle imprese, cui di certo non può essere imputata alcuna responsabilità circa il mancato raggiungimento degli obiettivi di RD e la non efficiente organizzazione del servizio.
Che l’accordo attualmente vigente tra ATI 2 e ATI 3 che consente al secondo il conferimento dei rifiuti prodotti nel proprio ambito territoriale presso la discarica di Borgo Giglione, la cui scadenza era prevista per il 30.6.2013, a quanto risulta, è stato prorogato ed è stato previsto il conferimento dei rifiuti dell'ATI 3 anche presso i siti di Belladanza ed Orvieto.
Che è stata avanzata una richiesta di autorizzazione ad una volumetria aggiuntiva per la discarica di S. Orsola.
*   *   *   *   *

Tutto ciò premesso e considerato,

L’Osservatorio Rifiuti Valle Umbra Sud e le singole associazioni che lo compongono: Cittadinanzattiva Assemblea di Foligno, Cittadinanzattiva Assemblea di Spoleto, Legambiente Circolo di Foligno, Legambiente Circolo di Spoleto, Comitato Rifiuti Zero Spoleto No inceneritori

INVITANO E DIFFIDANO

  1. i soggetti in indirizzo, nell’ambito delle rispettive competenze, a porre in atto ogni intervento utile ad assicurare il raggiungimento dei limiti di raccolta differenziata fissati dal Piano di Ambito e garantire il pieno rispetto di quanto indicato in quest’ultimo documento;
  2. i Comuni dell'ATI 3, i quali hanno deliberato il 5.10.2012 l'affidamento alla VUS la gestione del servizio rifiuti (fino al 2027) pur in presenza di una evidente e ripetuta inadempienza della società di gestione rispetto al raggiungimento degli obiettivi di legge e che, nell'ambito dell'assemblea dei soci della Valle Umbra Servizi spa, nominano gli amministratori ed in generale il management della predetta società,
ad esercitare tutti i poteri conferiti loro dalla legge affinché vengano accertate tutte le responsabilità circa il mancato raggiungimento degli obiettivi imposti dalla legge e vengano posti a carico dei singoli soggetti responsabili di tale inadempimento gli oneri economici derivanti dall'applicazione delle sanzioni da parte della Regione ed i maggiori costi sostenuti dai Comuni per il conferimento in discarica dei rifiuti indifferenziati;
  1. che vengano rese note, allo scrivente Osservatorio ed alla popolazione tutta, le azioni che si intende adottare al fine del raggiungimento degli obiettivi di RD previsti dalla legge e le altre misure sopra richieste;
  2. che vengano rese note, allo scrivente Osservatorio ed alla popolazione tutta, le effettive ragioni della perdurante inefficienza del servizio ed il sostanziale mancato raggiungimento della soglia di legge del 65% di raccolta differenziata nel termine previsto dalla legge (31.12.2012);
  3. che vengano rese note, allo scrivente Osservatorio ed alla popolazione tutta, le soluzioni che i Comuni ATI e  VUS spa intendono adottare al fine di elevare le percentuali di raccolta differenziata e le modalità per migliorare la qualità delle frazioni merceologiche raccolte;
  4. che vengano rese note, allo scrivente Osservatorio ed alla popolazione tutta, le modalità di conferimento in discarica dei rifiuti che verranno adottate successivamente alla scadenza dell’accordo attualmente vigente tra ATI 2 e ATI 3 (prevista per il 30.6.2013 e, a quanto risulta, ulteriormente prorogato) relativo al trasferimento alla discarica di Borgo Giglione (nonché a quelle di Belladanza e Orvieto);
  5. che venga reso noto, allo scrivente Osservatorio ed alla popolazione tutta, lo stato delle richieste avanzate in relazione all’autorizzazione ad una volumetria aggiuntiva per la discarica di S. Orsola.
CON ESPRESSO AVVERTIMENTO

che in caso di mancato adempimento a quanto precede, entro e non oltre 60 giorni dal ricevimento della presente, l’Osservatorio Rifiuti Valle Umbra Sud si riserva di agire innanzi a tutte le sedi competenti, istituzionali e giudiziarie, compresa la magistratura contabile, per la miglior tutela degli interessi della popolazione, degli utenti e delle istituzioni locali.



mercoledì 3 luglio 2013

Mancato raggiungimento degli obiettivi previsti dalla legge per la gestione dei rifiuti e della raccolta differenziata nell'ATI3





Cittadinanzattiva di Foligno, Cittadinanzattiva di Spoleto, Legambiente Foligno, Legambiente Spoleto, Comitato Rifiuti Zero Spoleto No inceneritoridiffidano ATI 3 e i Sindaci del territorio Foligno Spoleto Valnerina. 

Giovedì 4 luglio ore 11,00 Spoleto via dei Filosofi 87 Biblioteca Montagne di Libri conferenza stampa di presentazione e illustrazione della diffida
intervengono:
Giuseppe Mondi e Guido Grossi di Cittadinanzattiva
Gianfranco Anzideo e Francesco Simone Forlani di Legambiente
Marco Capoccia del Comitato Rifiuti Zero di Spoelto
Avv. Luca Ceccarelli 

Nota dell'ISDE sul C.S.S.

ISDE Perugia


Il Presidente


Nel pomeriggio di ieri, 2 luglio 2013, sono stati inaugurati a Perugia gli impianti Scer (Sistema di climatizzazione da energie rinnovabili) presso un’azienda della zona industriale di Sant’Andrea delle Fratte: si tratta, tra gli altri, di macchinari alimentabili con combustibile solido secondario (Css) derivante da rifiuti ed assimilato alle Bio-Masse per decreto dell’ex ministro Dott.Clini (n.22 del 14/02/2013 operativo dal 29/03/2013).
L’Isde, fin dalla sua formazione, è impegnata a mettere in guardia il mondo scientifico, le realtà imprenditoriali e l’opinione pubblica sui rischi derivanti da strumenti di generazione energetica che utilizzino la combustione. Qualsiasi materiale con questo processo  subisce una disaggregazione molecolare per azione della temperatura con relativa dispersione in atmosfera di fumi di risulta ed immancabile residuo in polvere nella camera di combustione.
In riguardo a ciò va ricordato che non è possibile valutare l'eventuale danno e quindi calcolare il Rischio Biologico di Malattia producibile dalla combustione di un materiale di cui non si conosce -e non si può conoscere- la composizione chimico fisica a causa della sua natura di derivato da qualcosa che, non ancora prodotto, sarà consumato e scartato in futuro.
Gli elementi che vengono indicati come  “rifiuti” sono la risultante di una pluralità di
materiali, solo ipotizzabili nella natura e nelle percentuali di composizione molecolare.
E' evidente che la Vis (Valutazione di Impatto sulla Salute), procedura elettivamente disposta a tutela preventiva della salute dei cittadini, non è nemmeno ipotizzabile nel caso del Css (Combustibile solido secondario… da rifiuti).
Un’affermazione per la quale attendiamo smentita in qualsiasi sede

Maurizio Venezi
Presidente Isde Perugia

Cemento tossico


sabato 29 giugno 2013

CSS (combustibile solido secondario): la verità



Venerdì 28 giugno, alle ore 11 presso la sala della Partecipazione di Palazzo Cesaroni (sede del consiglio regionale dell’Umbria) conferenza stampa-dibattito “LA VERITA SUL CSS“ in risposta al convegno di venerdì 21 giugno, tenutosi presso la sede di Confindustria di Perugia su: “Rifiuti: problema o opportunità? la soluzione CSS“.
Ecco il documento sul CSS stilato dal Coordinamento Regionale dell’Umbria “RIFIUTI ZERO” :  LA VERITA’ SUL CSS
PRECISAZIONE PRELIMINARE:  CSS è  un termine usato solo per togliere la parola “RIFIUTO” da quello che è stato definito fino a ieri: CDR (in pratica CDR=>CSS)
  •  L’art 216 del TESTO UNICO DELLE LEGGI SANITARIE del Decreto Ministeriale  del  5 settembre 1994, definisce i CEMENTIFICI centrali termoelettriche, inceneritori, fonderie… :  INDUSTRIE INSALUBRI di CLASSE I.   Laconvenzione sottoscritta dall’Unione Europea, che va sotto il nome di CONVENZIONE  DI AARHUS e in vigore dal 30 ottobre 2001, sancisce di favorire la partecipazione dei cittadini alle attività decisionali aventi effetti sull’ambiente, la successiva  presa d’atto della sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (causa C-416/10 Jozef Križan e a. / Slovenská inšpekcia životného prostredia) in cui viene stabilito che “Ai sensi della Convenzione di Aarhus, ove venga avviato un processo decisionale in materia ambientale, il pubblico interessato deve potervi partecipare sin dall’inizio, vale a dire DAL MOMENTO IN CUI TUTTE LE ALTERNATIVE SONO ANCORA PRATICABILI E TALE PARTECIPAZIONE PUÒ AVERE UN’INFLUENZA EFFETTIVA.    Il Comunicato stampa n.1/13, Lussemburgo, 15 gennaio 2013 dice che “… in via di principio, il pubblico deve poter consultare gratuitamente tutte le informazioni rilevanti ai fini del processo decisionale e deve poter contestare in sede giurisdizionale la legittimità di qualsiasi decisione adottata al termine di tale processo”. 
  • La presa d’atto dei limiti emissivi espressi nel documento delle direttive europee  sulle emissioni   (Documento di riferimento sulle BAT per gli inceneritori). Da tale documento si possono comparare i limiti di emissione per gli Inceneritori e confrontarli con quelli dei Cementifici [Reference Document on the Best Avalaible Tecnology (BAT) for Waste inceneration - agosto 2006 (602 pagine): http://eippcb.jrc.ec.europa.eu/reference/BREF/wi_bref_0806.pdf] Prendendo per esempio, le polveri, i limiti per un inceneritore sono inferiori a 10 mg/Nm3 (normal metro cubo unità di misura per i gas) mentre per un cementificio è ammesso un limite tra 20 80 mg/Nm3.
Decreto Ministeriale 6 luglio 2012
http://www.sviluppoeconomico.gov.it/images/stories/normativa/DM_6_luglio_2012_sf.pdf  Il DM ha stabilito la trasformazione del CDR (Combustibile da Rifiuti) in CSS(Combustibile Solido Secondario) surclassando di fatto tutte le normative, vista la “scomparsa” dalla denominazione della parola “RIFIUTI”.  Nonostante ciò alle pagg 59 e 60 del DM nella tabella 6.A  (con tanto di CODICE CER = Catalogo Europeo dei Rifiuti) è ben evidente che SEMPRE di RIFIUTI, si sta parlando. In questa tabella, tra le 53 tipologie di RIFIUTI CHE VANNO A COSTITUIRE IL CSS RITROVIAMO, per citarne alcuni: -  SCARTI DI TESSUTI ANIMALI     -   RIFIUTI PLASTICI  -  FECI ANIMALI, URINE E LETAME…-  RIFIUTI PRODOTTI DALL’ESTRAZIONE TRAMITE SOLVENTI – RIFIUTI NON SPECIFICATI ALTRIMENTI  –  RIFIUTI DA MATERIALI COMPOSITI (fibre impregnate, elastomeri, plastomeri) -  PITTURE E VERNICI DI SCARTO… – CARTA E PELLICOLE PER FOTOGRAFIA contenenti o non contenenti argento o composti dell’argento  – LIMATURE E TRUCIOLI DI MATERIALE PLASTICO –  PNEUMATICI FUORI USO – PLASTICA … ASSORBENTI IGIENICI – FLUFF/FRAZIONE LEGGERA E POLVERI … ecc.    Mentre, a pag 39 e seguenti sempre del DM 6 luglio 2012 si parla nei vari allegati di INCENTIVI e relativi connessi:
  • ALLEGATO 1: Vita utile convenzionale, TARIFFE INCENTIVANTI E INCENTIVI PER I NUOVI IMPIANTI
  • ALLEGATO 2: IMPIANTI OGGETTO DI INTEGRALE RICOSTRUZIONE, RIATTIVAZIONE, RIFACIMENTO, POTENZIAMENTO ED IMPIANTI IBRIDI  
  • (pag 43)  DETERMINAZIONE DEGLI INCENTIVI PER LE CATEGORIE DI INTEGRALE RICOSTRUZIONE, RIATTIVAZIONE, POTENZIAMENTO, RIFACIMENTO
In tutta questa vicenda, quello che ha fortemente meravigliato è che la vicenda CSS è proseguita non tenendo conto deparere negativo della commissione della Camera,  ma addirittura a CAMERE SCIOLTE! Infatti nell’ottobre 2012 arriva il “famoso”DECRETO CLINI,  pubblicato in G. U.  con OPERATIVITA’ dal 29 Marzo 2013:  MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE -DECRETO 14 febbraio 2013 , n. 22 – Regolamento recante disciplina della CESSAZIONE della QUALIFICA di RIFIUTO di determinate tipologie di combustibili solidi secondari (CSS), ai sensi dell’articolo 184-ter, comma 2, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni. (13G00061) (GU n.62 del 14-3-2013 )”. Tutto ciò confermato dallo stesso Clini, già nell’intervista del 13 febbraio 2012 a G. Iasparra “ il Ministro Corrado Clini invece ha già detto che si andrà avanti anche se la Camera ha espresso parere contrario non vincolante sul DPR.Sull’argomento stanno infatti viaggiando in parallelo due provvedimenti che si differenziano per specifiche tecniche diverseNel secondo caso si tratta di un decreto ministeriale che va avanti lo stesso” . E……….NONOSTANTE L’EUROPA DICA BEN ALTRO!!!! come stabilito all’art 32 del VII PAA (Settimo Programma di Azione in materia Ambiente): “DIVIETO DI INCENERIMENTO DI TUTTI I RIFIUTI RICICLABILI o COMPOSTABILI“. Nel convegno della Confindustria, invece,  è stato dichiarato che il 18% dei rifiuti NON E’ riciclabile. Noi del coordinamento rifiuti zero ci meravigliamo che in Confindustria non si conosca l’attività svolta da una loro collega imprenditrice, CARLA POLI,  Amministratore Delegato del Centro Riciclo Vedelago! In questa azienda (oltre 60 dipendenti) da anni (vedi servizio del Sole 24 ore del 15 maggio 2008) si ricicla proprio quella quota di rifiuti che era ritenuta irriciclabile, ma che invece,  mediante un sistema brevettato di estrusione per attrito, viene utilizzata, per la produzione di SABBIA sintetica utilizzata sia come sabbia da mescolare al 20% con il cemento per farne blocchi da costruzione, sia per la produzione di mobili da esterno. Detto ciò E’ LEGITTIMO PER I CITTADINI PORSI QUESTE DOMANDE:
  • I CEMENTIFICI (centrali termoelettriche, fornaci ecc) UTILIZZANDO IL CSS NON SAREBBERO PIU’ INDUSTRIE INSALUBRI? 
  • IN TERMINI DI SALUTE, CON L’UTILIZZO DEL CSS, C’E’ UNA MAGGIORE SICUREZZA PER LA SALUTE?
 **********
 A proposito dell’impatto degli inceneritori sulla salute, dal  29-30 novembre 2007 ARPA Piemonte, a Torino organizzò il congresso: ”Gli impianti di termovalorizzazione di RSU: aspetti tecnologici“. Andando al link:  http://www.arpa.piemonte.it/arpa-comunica/events/eventi-2007/comba.pdf  si può visionare la presentazione: “Review di studi e conoscenze disponibili sull’impatto”  (Impact studies review) di Pietro Comba e Lucia Fazzo dell’Istituto Superiore di Sanità,  la slide n 21 riporta i dati epidemiologici di diversi studi italiani riguardanti le conseguenze sulla salute delle popolazioni vicine agli inceneritori. Pertanto, SE GLI INCENERITORI CHE HANNO LIMITI DI LEGGE MOLTO PIÙ RESTRITTIVI, PRESENTANO  QUESTE CRITICITÀ PER LA SALUTE NON E’ LOGICO CHIEDERSI: “QUESTI IMPIANTI IN CUI SI VUOL UTILIZZARE COME COMBUSTIBILE IL CSS,  NON COMPORTANO  DEI RISCHI MAGGIORI PER LA SALUTE? 
Per tutto quanto detto richiamiamo anche il PRINCIPIO DI PRECAUZIONE che NON SOLO VÀ TENUTO PRESENTE MA DEVE ESSERE ASSOLUTAMENTE APPLICATO DA OGNI SINDACO, ricordando che ogni Sindaco È LA PRIMA AUTORITÀ SANITARIA DEL SUO COMUNE. Visto che il PRINCIPIO DI PRECAUZIONE, secondo la Commissione Europea, può essere invocato quando un fenomeno, un prodotto o un processo può avere effetti potenzialmente pericolosi, individuati tramite una valutazione scientifica e obiettiva, (anche) se questa valutazione non consente di determinare il rischio con sufficiente certezza. Il ricorso al principio si iscrive pertanto nel quadro generale dell’analisi del rischio (che comprende, oltre la valutazione del rischio, la gestione e la comunicazione del rischio) e più particolarmente nel quadro della gestione del rischio che corrisponde alla fase di presa di decisione. La Commissione sottolinea che il principio di precauzione può essere invocato solo nell’ipotesi di un rischio potenziale, e che non può in nessun caso giustificare una presa di decisione arbitraria.Il ricorso al principio di precauzione è pertanto giustificato solo quando riunisce tre condizioni, ossia: l’identificazione degli effetti potenzialmente negativi; la valutazione dei dati scientifici disponibili; l’ampiezza dell’incertezza scientifica. http://europa.eu/legislation_summaries/consumers/consumer_safety/l32042_it.htm
************
DOCUMENTO dei Medici per l’Ambiente (ISDE-Italia)                                            sull’uso del CSS nei cementifici (contributo di Agostino di Ciaula)
  • Il 23 gennaio 2013 è arrivata alla Camera la proposta di legge denominata “Utilizzo di combustibili solidi secondari (CSS) nei cementifici”. Questa pratica è  economicamente conveniente SOLO per l’imprenditoria di settore,  mentre gli SVANTAGGI per i cittadini sono enormemente maggiori rispetto ai  benefici. Quei benefici  che invece potrebbero essere ottenuti con metodi alternativi e più sostenibili,  tra l’altro indicati fortemente dalla stessa UE.
  • I cementifici sono impianti industriali comunque altamente inquinanti (INDUSTRIE INSALUBRI DI CLASSE I) già  senza l’uso dei rifiuti come combustibile [1] considerando che  i limiti di legge per le emissioni dei cementifici sono enormemente più elevati e soggetti a deroghe rispetto a quelli degli inceneritori. A mo’ di esempio, considerando solo gli NOx (ossidi di Azoto), per un inceneritore il limite di legge è 200 mg/Nmc, mentre per un cementificio è tra 500 e 1800 mg/Nmc. Inoltre, un cementificio produce di solito almeno il triplo di CO2 rispetto a un inceneritore. La lieve “amplificata” riduzione dei gas serra ottenuta dalla sostituzione parziale dei combustibili fossili con i rifiuti, ridurrebbe le emissioni dei cementifici in maniera scarsamente significativa, considerata l’esorbitante produzione annua di CO2 da parte di questi impianti che, secondo i dati del registro europeo delle emissioni inquinanti (E-PRTR), ammonta in Italia a circa 21.237.000 tonnellate/anno.
  • La combustione di rifiuti nei cementifici comporta una variazione della tipologia emissiva di questi impianti, in particolare in merito alla emissione di diossine/composti organici clorurati [2-4] (=Composti Organici Totali o Composti Organici Volatili) e metalli pesanti [5]. La produzione di diossine è direttamente proporzionale alla quantità di rifiuti bruciati [6]. Riguardo alle diossine, viene sempre detto dagli imprenditori, che le alte temperature dei cementifici diminuiscano o addirittura eliminino le emissioni di queste sostanze. Tale affermazione non trova riscontro nelle evidenze scientifiche indipendenti, che invece mostrano come, sebbene le molecole di diossina abbiano un punto di rottura del loro legame a temperature superiori a 850°C, durante le fasi di raffreddamento del ciclo produttivo), esse si riaggregano e si riformano [7]. Inoltre, considerata la particolarità chimica delle diossine (che non essendo biodegradabili persistono nell’ambiente, entrano nel ciclo alimentare e in conseguenza di ciò, determinando il cosiddetto: BIOACCUMULO. È stato dimostrato che la combustione di CSS nei cementifici causa un significativo incremento delle emissioni di metalli pesanti [5], in particolare mercurio, estremamente pericolosi per la salute umana. È stato calcolato che la combustione di una tonnellata di CSS in un cementificio in sostituzione parziale di combustibili fossili causa un incremento di 421 mg nelle emissioni di mercurio, 4.1 mg in quelle di piombo, 1.1 mg in riferimento al cadmio [8] che la IARC definisce cancerogeno di classe 1  [http://monographs.iarc.fr /ENG/Monographs/vol100C/mono100C-8.pdf] .  Particolari criticità dovute alla tipologia di rifiuti bruciati riguardano anche le emissioni di piombo [9-11].
  • L’utilizzo del CSS nei cementifici prevede l’inglobamento delle ceneri tossiche prodotte dalla combustione dei rifiuti nel clinker/cemento prodotto, invece di essere smaltite in discariche speciali come dovrebbe invece essere, essendo esse classificate come rifiuti speciali pericolosi. Questa pratica, inoltre,  fa insorgere un’ulteriore  considerazione, per rischi potenziali per la salute dei lavoratori [12, 13] che utilizzeranno quel tipo di cemento e anche i possibili rischi ambientali [14-16] per l’eventuale rilascio nell’ambiente di sostanze tossiche. Infine, le caratteristiche fisiche del cemento potrebbero essere alterate dalla presenza di scorie da combustione [17, 18] in modo tale da non rendere quel prodotto universalmente utilizzabile [19].
  • La destinazione dei rifiuti a pratiche di incenerimento è contraria alla recente raccomandazione del Parlamento Europeo (A7-0161/2012, adottata a Maggio 2012, http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?type=TA&reference=P7-TA-
    2012-0223&language=EN&ring=A7-2012-0161) di rispettare la gerarchia dei rifiuti e di intraprendere con decisione, entro il prossimo decennio, la strada dell’abbandono delle pratiche di incenerimento di materie recuperabili in altro modo.
  • L’Italia è la nazione Europea con il maggior numero di cementifici e questi impianti causano conseguenze misurabili sulla salute dei residenti nei territori limitrofi, in particolare in età pediatrica [20]. L’incentivazione e l’agevolazione della combustione dei rifiuti nei cementifici  produrrebbe più che significative conseguenze ambientali, sanitarie e quindi economiche  solo per l’unico vantaggio economico che va sia ai produttori di CSS che agl’ imprenditori del cemento.
Riferimenti bibliografici
 1 European C. Reference Document on Best Available Techniques in the Cement,Lime and Magnesium Oxide Manufacturing Industries. May 2010. 2010.                                             2 Chen CM. The emission inventory of PCDD/PCDF in Taiwan. Chemosphere2004;54:1413-20.                                                                                             3 Hu J, Zheng M, Liu W, Li C, Nie Z, Liu G et al. Characterization of polychlorinatednaphthalenes in stack gas emissions from waste incinerators. Environmentalscience and pollution research international 2012.                                          4 Chyang CS, Han YL, Wu LW, Wan HP, Lee HT and Chang YH. An investigation onpollutant emissions from co-firing of RDF and coal. Waste Manag. 2010;30:1334-40.
5 Genon G and Brizio E. Perspectives and limits for cement kilns as a destination for
RDF. Waste Manag. 2008;28:2375-85.
6 Conesa JA, Galvez A, Mateos F, Martin-Gullon I and Font R. Organic and inorganic
pollutants from cement kiln stack feeding alternative fuels. J.Hazard.Mater.
2008;158:585-92.
7 Cormier SA, Lomnicki S, Backes W and Dellinger B. Origin and health impacts of
emissions of toxic by-products and fine particles from combustion and thermal
treatment of hazardous wastes and materials. Environ.Health Perspect.
2006;114:810-7.
8 European Commission DGE. Refuse Derived Fuels, current practice and
perspectives. Final report. 2003.
9 Qiao LS. Problems about Utilizing Waste Materials in Cement Plant-Foreign
Research and Rule of Law[J]. Cement 2002;10:1-5.
10 Qiao LS. Problems about Utilizing Waste Materials in Cement Plant-Behavior and
State of Trace Element in Cement Rotary Kiln. Cement 2002;12:1-8.
11 Su DG, Lin SM and Chen YY. Research on Pb Emission of Cement Kiln. Cement
2005;12:1-2.
12 Chen HL, Chen IJ and Chia TP. Occupational exposure and DNA strand breakage
of workers in bottom ash recovery and fly ash treatment plants. J.Hazard.Mater.
2010;174:23-7.
13 Liu HH, Shih TS, Chen IJ and Chen HL. Lipid peroxidation and oxidative status
compared in workers at a bottom ash recovery plant and fly ash treatment plants.
J.Occup.Health 2008;50:492-7.
14 Aubert JE, Husson B and Sarramone N. Utilization of municipal solid waste
incineration (MSWI) fly ash in blended cement Part 2. Mechanical strength of
mortars and environmental impact. J.Hazard.Mater. 2007;146:12-9.
15 Barros AM, Tenorio JA and Espinosa DC. Evaluation of the incorporation ratio of
ZnO, PbO and CdO into cement clinker. J.Hazard.Mater. 2004;112:71-8.
16 Sinyoung S, Songsiriritthigul P, Asavapisit S and Kajitvichyanukul P. Chromium
behavior during cement-production processes: a clinkerization, hydration, and
leaching study. J.Hazard.Mater. 2011;191:296-305.
17 Bertolini L, Carsana M, Cassago D, Curzio QA and Collepardi M. MSWI ashes as
mineral additions in concrete. Cem.Concrete Res. 2004;34:1899-906.
18 Maschio S, Tonello G, Piani L and Furlani E. Fly and bottom ashes from biomass
combustion as cement replacing components in mortars production: Rheological
behaviour of the pastes and materials compression strength. Chemosphere 2011.
19 Del Valle-Zermeno R, Formosa J, Chimenos JM, Martinez M and Fernandez AI.
Aggregate material formulated with MSWI bottom ash and APC fly ash for use as
secondary building material. Waste management 2012.
20 Bertoldi M, Borgini A, Tittarelli A, Fattore E, Cau A, Fanelli R et al. Health effects for
the population living near a cement plant: an epidemiological assessment.
Environment international 2012;41:1-7.
28 giugno 2013 Coordinamento Regionale dell’Umbria “Rifiuti Zero ” -
Giovanni Vantaggi medico per l’ambiente Isde-Italia